I libri che non compra nessuno.

Solo una cosa è peggiore dello scrivere un romanzo che poi nessun editore è interessato a pubblicare (cioè la mia situazione attuale): scrivere un romanzo che poi un editore pubblica ma che arrivato in libreria (o su IBS, visto che i piccoli editori non hanno questa grossa distribuzione) poi nessuno se lo compra.

È questo il caso, purtroppo, di buona parte dei libri di emergenti. Nessuno ti conosce, magari il libro è pure un po' così così (non è sempre detto che il primo libro di un autore sia anche il suo capolavoro, anzi ^^), l'editore è piccolo e sfigato e il libro è difficile da trovare... insomma dopo tante storie per stampare qualcosa finisce che era meglio se restavamo sul blog, che almeno non si sprecavano i soldi per la stampa.

Ecco, se succedesse a me, penso che dopo la storia che sto facendo per pubblicare non so se reggerei al trauma, e cadrei vittima del più nero sconforto. Di certo mi ritroverei alla stregua dei tanti emergenti-non-vendenti che non fanno che sparlare di Faletti, Moccia, Dan Brown o di qualsiasi altro autore famoso dicendo che i loro libri sono scritti malissimo e che non è giusto che vendano così tanto. Così oltre che sfigati, fanno pure la figura dei rosiconi. Personalmente, in questo momento non m'interesso molto agli scrittori che vendono tanto, perché sono troppo impegnato a invidiare quelli che a loro li pubblicano e a me no... che poi lo sanno tutti che scrivo meglio io. ^^

La cosa che un po' mi stupisce, è che editori e scrittori non fanno che dare la colpa al mercato o peggio ai loro (non) lettori. Ok, è vero, è anche colpa della gente che non legge... ma davvero è tutto qui? Cioè, tirano sempre fuori 'sta cavolo d'indagine ISTAT che dice che 20 milioni d'Italiani non leggono. Ok, e allora? T'ho chiesto io di fare lo scrittore o l'editore? Chi partite con l'idea di scrivere e pubblicare è perché vuole vendere ai restanti 30-40 o quanti sono milioni di Italiani che leggono. Poi non ci riescono e si lamentano di una cosa che sapevano da PRIMA, quando ancora potevano scegliersi una professione più redditizia.

No. Secondo me c'è un motivo se un libro non vende. Mi direte parli tu che non hai da vendere un cavolo, e che ne sai? Bo', non lo so. Sarà che a seguire il mercato editoriale ormai da anni, mi pare di avere più o meno le idee chiare su cosa si vende e cosa no e su cosa mi piace e cosa no. A questo punto della mia carriera non sarò forse in grado di discutere i motivi per cui NON SI VENDE un libro, ma come lettore posso certo discutere i motivi per cui io certi libri NON ME LI COMPRO, e che come me probabilmente non se li compra nessuno.

- Il contenuto: in tutta sincerità, io i libri degli emergenti e dei piccoli editori tendo a evitarli perché sono quasi sempre brutti. Adesso incazzatevi e dite quello che vi pare, ma è così. DA LETTORE, io ho paura di comprare il libro di un autore che non conosco, perché troppo spesso ho preso la fregatura e troppo raramente (oserei dire mai) mi sono trovato di fronte all'autore rivelazione.

- L'aspetto: ma li avete visti certi libri dei piccoli editori? Davvero, a volte sono più belle le copertine dei miei ebook (be', alcune ^^) di certa roba che trovo in libreria! Io come lettore associo una brutta qualità estetica a una brutta qualità di contenuti. Sarà un preconcetto (ma mica tanto), ma è la pura e semplice verità. C'è poco da fare.

- La linea editoriale: alcuni editori si ostinano a pubblicare libri che nessuno vuole leggere, per motivi che esulano da ragionamenti razionali. Alla fiera del libro, mi è capitato di presentarmi a degli stand e dire scusate, vorrei lasciarvi il mio libro in visione e loro: NO! Noi pubblichiamo solo poesie di autori messicani senza una gamba o libri con criceti come protagonisti (che sfiga, io c'ho solo i gatti!). Ok, almeno quella cosa dei criceti parrebbe una buona idea... ma non vendi il primo libro, non vendi il secondo, non vendi il terzo... sarà che hai toppato linea editoriale e che dei tuoi libri non gliene frega niente a nessuno perché parlano di argomenti noiosi?

- Il marketing: è vero, la pubblicità costa troppo. Allora perché gli emergenti non usano bene Internet per farsi conoscere? Perché non sfruttano tutte le possibilità a disposizione? Mi capita d'imbattermi in siti orrendi impostati per Netscape e con i popup a schermo pieno che devi chiudere con alt+f4.

- L'immagine: Per qualche ragione, gli autori emergenti credono che la gente inizierà a guardarli e a leggerli solo dopo che avranno venduto milioni di copie. Il risultato è che non curano minimamente l'immagine che danno e il modo in cui si relazionano con colleghi e lettori. Ci sono aspiranti scrittori che sono scontrosi e antipatici, e nemmeno sono stati stampati che già nessuno li può più vedere. E poi, online, certi autori scrivono delle cose da far rizzare i capelli... perché dovrei comprarmi il libro di uno che, a leggere il suo blog, sembra un povero coglione? (Considerazione questa che dovrebbe farmi riflettere... ^^)

Mi pare di aver già sforato di brutto la lunghezza massima consentita in un blog, per cui mi fermo. Comunque sono argomenti interessanti (spero!), per cui ci torneremo sicuramente.

Simone

43 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sono un po' "de coccio" su questo argomento, ho la mia idea fissa difficile da schiodare. Credo cioè che un'adeguata campagna pubblicitaria (forse come solo un grande editore può permettersi) sia in grado di garantire vendite oltre la validità del contenuto.

Certo, il passaparola è importante, e se un libro fa schifo la gente non comprerà mai 2 milioni di copie.

Però, quando inizi a leggere l'intervista al Navarra sul magazine del Corriere scritta da un critico letterario famoso, entri alla Mondadori e vedi la gigantografia della copertina disegnata da uno studio grafico con i fiocchi, ti rendi conto che un intero scaffale è dedicato al nuovo libro accatastato in centinaia di copie in modo da formare il Colosseo, vai nel reparto giocattoli e noti il pupazzetto parlante del Navarra che dice "Ho l'hobby della scrittura" e altre frasi del genere... allora stai tranquillo che almeno 1 milione di copie le vendi.

Scherzi a parte, il succo del discorso è che la pubblicità ha un'influenza notevole, forse eccessiva...

Ciao, dacty

Mary ha detto...

molto interessante questo post. e condivisibile.
personalmente, ritengo che la colpa di tutto sia della politica delle case editrici che non fanno altro che lucrare.... un sacco di scrittori esordienti (molti ne conosco) pubblicano i libri contribuendo a proprie spese. In questo modo in libreria si trova di tutto, anche roba di infima qualità e a questo punto come si fa ad avere fiducia su una piccola casa editrice? quelle che invece pubblicano senza contributo spesso non hanno distribuzione. Sono gli scrittori che dovrebbero rifiutare questo meccanismo però; dovrebbero rifiutare di pubblicare a prpprie spese. Del resto, non è certo una buona pubblicità per loro!
io non comprerei mai un libro che so essere stato pubblicato a spese dell'autore.... perchè sicuramente non è un buon libro.

Anonimo ha detto...

Beh, su... i libri ignorati di oggi magari sono le prime edizioni o gli esordi introvabili e costosissime di domani!

Simone ha detto...

Dacty: è vero che la pubblicità vende. Non è detto però che venda abbastanza da far rientrare degli investimeni, e poi parlando di piccola editoria in pochi possono permettersi televisione e giornali.

Arte: magari i libri pubblicati con contributo sono anche buoni... comunque anche secondo me stampare libri con l'idea che tanto non li comprerà nessuno non ha senso (a meno di non fare lo stampatore, ovviamente ^^)

Ram: effettivamente questo è un aspetto positivo... magari non per l'autore o l'editore che ci hanno rimesso, però ^^

Anonimo ha detto...

bisogna scrivere più libri di cucina!

Anonimo ha detto...

beh non è vero che i libri che non valgono nulla non vengono venduti... Secondo voi "Il codice Da Vinci" è un bel libro? Secondo me no eppure ha venduto molto. Io leggo, forse troppo poco e quindi quando compro un libro o mi deve colpire la trama e qualcuno me ne deve aver parlato bene.
Anche a me piace scrivere, ma non mi lancio. Te invece lo hai fatto. Spero tanto tu possa vendere un milione di copie. Se il libro vale te lo auguro di cuore :) .

Anonimo ha detto...

sì, tutto giusto e bello, ma che diavolo c'entra con ziobudda.net (sottotitolo, o complemento, come preferisci, "italian linux portal")?

almeno metterci un tag [ot]

un buon modo per allontanare un lettore (preso pari pari da "Una vita da lettore" di Nick Hornby) è fargli perdere tempo...

Simone ha detto...

Anonimo 1: può darsi, mi pare che vendano molto i libri di ricette.

Giovanni: infatti non si può fare di tutta l'erba un fascio su libri belli e brutti... poi speriamo di vendere anche più di un milione di copie ^^

Anonimo 2: gentile uomo senza nome (ma io spero sempre sia una bella ragazza ^^), il mio blog parla di P2P, Creative Commons, Open source, Lulu, print on demand e compagnia bella, per cui quando l'articolo mi pare interessante anche se non al 100% attinente io lo propongo anche su ziobudda dove magari me lo accettano e magari no (visto che l'aggregatore è moderato). Non credo di sbagliare, comunque nel dubbio proverò a contattare chi gestisce l'aggregatore.

Simone

Simone ha detto...

Per l'appunto ho appena visto che il qui presente articolo è stato "moderato" (nel senso di segato senza appello), per cui non c'è più problema. ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Inizio con i complimenti per il tuo blog,ho gradito l'autoironia.Se dovessi comprare un libro dopo aver letto questo post,sarebbe quello di SIMONENAVARRAYEEE!
Io credo che chi la dura la vince,non demordere,ma soprattutto scrivi perchè ti fa star bene e ti piace.Fatti conoscere un po' di più sui siti specializzati e le riviste on line.
Non prendiamoci in giro con la storia che si vendono le schifezze,evidentemente a qualcuno piacciono,e non tiriamocela con l'aria psuedo-intelletuale-finto-snob,magari si fosse davvero la rivelazione non dico dell'anno,del giorno.
Che dite,365 rivelazioni e casi letterari in un anno,ci farebbereo tutti più felici?
(Sullo pseudointell.ecc,non mi riferivo necessariamente a te,ma in generale a quelli come noi che ancora non sono stati pubblicati e fanno la faccia truce per assomigliare di più a Kafka).
In culo alla balena.

Anonimo ha detto...

sono uno che è arrivato al numero 2

il primo nel 2004 era una raccolta di racconti, pubblicato da un editore diverso dal numero 2, anche con una distribuzione sfigatissima,
ha venduto abbastanza (circa 2000, la prima edizione è andata esaurita, ma l'editore non ristampa perché nel frattempo ha cambiato mestiere, ma questa è un'altra storia)

il secondo uscito da poco e dovrebbe andare meglio (spero), anche perché questo editore ha un distributore vero e a livello nazionale.

Inoltre il libro è già in catalogo presso tutte le librerie Feltrinelli oltre che nei portali di vendita dei libri sul web

il marketing:
a) presentazioni in giro per l'italia
b) recensioni
c) il passa parola ...web incluso (anche se su questo versante si rischia come è successo a me ma è un rischio che fa parte del gioco)

spero di vendere ...
e qualcosa si è già venduto
e non parlo di decine

ometto di parlare del mio libro per non suscitare le stesse reazione della fallita campagna promozionale sui vari blog LETTERARI, ci è mancato poco che non mi prendessero a male parole

chi è curioso davvero venga a trovarmi sul mio blog

Anonimo ha detto...

ah dimenticavo di dire:
in entrambi i casi non ho pagato nulla per pubblicare

Simone ha detto...

Lindis: grazie dei complimenti! I siti per scrittori (se è questo che intendi) tendo a evitarli a parte un paio dove bazzico più frequentemente più che altro perché c'è gente che conosco. Mi sembra triste volersi presentare come scrittore agli scrittori (cosa che ho fatto fino a una settimana fa, comunque), è come andare dal panettiere a vendere il pane... no? Se invece intendevi altro, dimmi pure.

Raffaele: be' 2000 copie è ottimo. Speriamo che il prossimo vada meglio... io meno di centomila manco pubblico, ovviamente, perché una volta che ho pubblicato poi non posso più fare il pianto sul blog e non mi diverto più. Per più di centomila, però, farei il sacrificio...

Anonimo ha detto...

magari 100.000
io mi accontento di 10.000
farei 100 salti sulla gamba sinistra (quella con gli esiti di frattura alla testa del perone e con il menisco fasullo)

Anonimo ha detto...

Ho saltato qualche commmento e chiedo scusa, ma ho troppa fretta di esprimere la mia:
1. Dactylium ha ragione. Non conta quello che scrivi, conta quello che vuoi la gente creda. Pubblicità, positiva o negativa o entrambi, tutto qui. Poi, puoi scrivere di Teletubbies discendenti di Mosé e detentori di magie maya, fa lo stesso.
2. Si scrivono molte schifezze, oggi in libreria mi vergognavo io al posto degli autori, per certi libri esposti, e la gente si accontenta perché non sa cos'altro c'è.
3. Quello che c'è e potrebbe piacere a certa gente, o non è ben pubblicizzato, o non è ben distribuito, o entrambi.
4. Simone, è pur sempre arte, la nostra; sono sempre del parere che non puoi "seguire la moda" e accodarti. Scrittura, come scultura, pittura ecc... è bellezza ed espressione di sentimenti, ma molto altro ancora. Capisco che il problema del vendere è grande, ma, dato che l'arte non sfama - in realtà lo fa, ma per pochi "eletti"-, io sono del parere di dire: "Questo è come lo faccio, se volete è così". C'è sempre internet.

P.S. Inconcepibile che gente della Tv, gente che è finita lì per forza di cose, gente ignorante, gente triste, abbia il coraggio di pubblicare qualcosa. Odio chi s'improvvisa scrittore ma non vuole imboccarne la strada.

Anonimo ha detto...

Un paio di cose estemporanee, spero che non siano troppo ot.
1. Faletti è pur sempre il più grande autore italiano vivente. E noi non lo sappiamo. Se vi ricordate, è così che è stato lanciato «Io uccido». Dal "Corriere della sera", non da "Cosmopolitan". A volte credo che "Cosmopolitan" abbia più dignità. Questo per dire che purtroppo anche la critica ha il suo peso (a volte).
2. Al momento sono in Inghilterra e aiuto la mia Bella a fare le valigie (finito l'Erasmus: oh yeah!). Non avete idea di quante autobiografie si pubblichino qui. Ma non di personaggi "importanti", anche gente che ha una ventina d'anni e crede di aver qualcosa da dire. «Lucy, perché qui tutti scrivono delle biografie?» «Boh,» mi ha risposto lei, «credo perché hanno una brutta vita e vogliono dimenticarselo». Noi in Italia abbiamo i libri di Totti e del cantante degli Zero Assoluto...

Simone ha detto...

Raffaele: dai 10 mila non è così impossibile... solo "quasi" impossibile ^^

Federico: infatti sarebbe giusto, e bello, fare solo quello che ci si sente di fare senza guardare prima cosa pensano gli altri o cosa vende di più. Poi alla fine tante volte bisogna scendere a compromessi... certo non siamo obbligati a scegliere una cosa in favore dell'altra, ma forse col tempo si diventa più malleabili (che risposta astrusa che ho dato, lo so ^^).

Matteo: a me Faletti piace, se non per quello che scrive per il fatto di aver trovato la sua posizione dopo anni e anni di tentativi (magari anche riusciti) in altri campi. Una bella autobiografia potrei scriverla anch'io, ma forse sarebbe alquanto noiosa... o forse no ^^

Grazie a tutti per i commenti!

Simone

Anonimo ha detto...

Simo: riguardo Faletti, io ho letto con molto gusto «Io uccido»: avrei fatto un editing spietato e tolto un sacco di cose "all'americana", ma alla fine va bene così. È che poi ha continuato su quella strada, e «Niente di vero tranne gli occhi»... be', mi è piaciuto solo il titolo :P
Quel che mi perplime a tutt'oggi è quel commento dal «Corriere»... Mah. (IMHO, eh...)

Anonimo ha detto...

Su faletti ho la mia idea: se si convincesse che non serve arrivare a 450 pagine i suoi libri migliorerebbero...
Resta un fatto che comunque i suoi libri hanno una dignità letterario ...
rispetto alle inutilità (non uso schifezze perché un libro non è mai schifoso) che sono in libreria , tipo totti , costantino e MOCCIA (mi farò molti nemici, ma cosa volete che vi dico ...per me il sullodato è stato utile solo ai ferramenta)

Anonimo ha detto...

Gli esempi del mio post semi-ironico sono tutti reali: l'intervista con tanto elogi letterari sul Magazine del Corriere era riferita proprio a quella di Faletti (il Corriere ha una tiratura di 900.000 copie in tutta Italia), le gigantografie delle copertine alla Mondadori (o Feltrinelli, o quello che volete) sono un'abitudine frequente per gli autori di fama che lanciano un nuovo libro, il libro del Papa l'ho visto disposto in centinaia di copie a formare Piazza San Pietro, infine altri libri si portano con sé un indotto notevole di gadgets (vedi Harry Potter).

E' vero che, come dice Simone, poi bisogna rientrare delle spese di tali massicce campagne pubblicitarie, però già così si parte avvantaggiati.

Ciao, dacty.

Anonimo ha detto...

Dacty, tutto quello che hai appena citato si trova nelle "grandi" città. La mia libreria di fiducia si chiama Agorà, ha tre-quattro stanze ampie, alte, con volte a stella in pietra locale, c'è odore di pulito, di libri, e ogni tanto vedi un po' di umido sulle pareti. Questa è una libreria, non i prefabbricati delle grandi città. Noi non abbiamo sagome di cartone, gadget e similia... Ci vorrebbe, insomma, un ritorno alla "purezza".

Anonimo ha detto...

oh troppi commenti, ve ne concedo un altro poi basta, post nuovo, susu...ghghgh

Anonimo ha detto...

OK, ecco l'ultimo. :-)
Sono perfettamente d'accordo con te, Federico.
Anche a me piace la libreria "vecchio stampo", che vende solo libri, poco caotica, frequentata da veri appassionati e in cui il rapporto personale con il proprietario ha ancora senso. Insomma anch'io apprezzo il romanticismo (passami il termine) di questi luoghi. Purtroppo però noto che le grandi catene distributive dell'editoria questi posti se li stanno mangiando. E non accade solo a Roma o Milano, ma anche in provincia. :-(
Ciao, dacty

Simone ha detto...

Oh, l'ultimo commento lo decido io, ok! ^^

Oggi non ho avuto tempo di aggiornare il blog, e ho una lista di post arretrati... domani dovrebbe esserci la recensione del pendolo di Foucault e giovedì il libro di Raffaele (non mi sono scordato, eh ^^) Come sempre i post sono nei giorni 'dispari' (lun, mer, ven) poi se ho delle segnalazioni da fare uso martedì e giovedì. Sabato e Domenica, chiuso ^^

Simone

Anonimo ha detto...

oe, grazie della pubblicità, :P m'ero dimenticato di aggiungere il link al tuo blog, quindi provvisoriamente lo tengo nel power toy (eh già...noi su msn c'abbiamo i power toy...siamo come i paua rengger... -.-) in bella vista :O

Simone ha detto...

Shadow: ammazza, subito te ne sei accorto... non volevo fare 'sta cosa dei link che mi pare tanto da sfigato, ma ho pensato che se tutti la mettono ci sarà un buon motivo. Tipo che poi gli altri linkano a me e divento una blogstar. Sfigata, però... ^^

Simone

Anonimo ha detto...

ho occhi ovunque...è la schiena che deficita ultimamente...che dolore...su dai è carina, un omaggio ai tuoi visitatori...ghghgh :P e perché ci tieni tanto a diventare unA blogstar?? Già che tra le tante cose c'ho da studiare pure eunuchismi ed eunucoidismi...me lo state facendo ricordare tutti ultimamente -.-

Glauco Silvestri ha detto...

Eccomi qui a leggere un post veramente interessante e, da scrittore "in erba" come te, ma con l'esperienza di tre libri pubblicati.
Il primo è stato un successone, quasi da ristampa entro il primo anno. Con tanto di giornali che mi hanno telefonato per una intervista. Poi è arrivato il secondo, stesso editore... ma non sapevo che c'era crisi tra i due soci e, così, il libro non è stato distribuito, niente giornali, niente vendite e una discreta perdita di danaro.
Poi ho lavorato in silenzio per un po' di anni e ho scritto diversi romanzi e racconti. Ho vinto qualche concorso qua e là, ho aperto un blog e... ho cominciato ad auto-produrre i miei "testi minori". Ed è qui che volevo arrivare... per indicarti un paio di siti che potrebbero incuriosirti:
www.lulu.it
www.cafepress.com
www.blurb.com

Se leggi questo post: http://31ottobre.blogspot.com/2007/05/pubblicare-libri-on-demand.html
ti farai una idea di come trasformare i tuoi ebook in libri di carta, da vendere privatamente (e legalmente), senza bisogno di una casa editrice.

Per quanto dici nel tuo post, beh... ognuno può avere la sua opinione. Io, personalmente, leggo molti libri di emergenti. Alcuni sono dei disastri, altri li trovo interessanti. Compro quei libri per due motivi, principalmente. Per curiosità e... per conoscere delle case editrici disposte a rischiare sui nuovi autori (visto che le grosse non ci provano neanche). Alcune di loro, se trovano il tuo libro veramente buono, sono pure disposte a non chiedere nessun contributo!!

Per quanto riguarda il vendere, comunque, credo che in Italia sia assolutamente necessaria la pubblicità... perdonami ma, un illetterato come Moccia può aver venduto così tanto solo per via della pubblicità sui vari media. Si, le sue storie sono carine ma... i suoi testi sembrano scritti da un bambino di dieci anni!!

Vabbé, concludo qui il mio commentone. Anzi... dimenticavo, il terzo libro, ovviamente, è 31 ottobre, quello di cui parla il mio blog, ed è giusto in questo momento in fase di revisione...

Glauco Silvestri ha detto...

PS.
Sono il solito... non leggo i commenti precedenti al mio e, ecco che citi lulu e tutti i print on demand...

:(

Anzi... eh..eh.. aggiungo anche che, per un certo periodo, ho pure pubblicato dei racconti su una rivista... poi l'hanno chiusa. Mmmhh, un momento? Prima fallisce l'editore, poi chiude la rivista... non è che sono io che porto sfiga!?!?!? :D

Simone ha detto...

Glutchov: su Lulu ho un bel po' di post, comprese le bozze di un romanzo con i consigli per la stampa. Il problema di stampare on-demand è che gente che lavora nell'editoria mi ha detto che poi è un pessimo biglietto da visita per eventuali editori... e poi io un po' ancora ci spero di trovare un editore "vero", forse ci vuole solo un altro po' di pazienza (anche se come frase inizia a suonare ripetiva... ^^)

In bocca al lupo per il libro... quando esce fammi sapere che ne parlo sul blog!

Simone

Differens Marketing & Innovation ha detto...

è proprio vero, i lettori emergenti non li legge proprio nessuno! confermo, da buona lettrice, che il rischio di incappare in un libro difficile da definire tale, è veramente alto! concordo in pieno, da brava studentessa di economia, che la pubblicità in questo caso gioca un ruolo decisivo... ma quanto costa! e chi se la può permettere?!
e' anche vero però che oggi hai dalla tua parte la rete... io non so chi sei, eppure ho scaricato il Cubo, adesso lo leggo, poi ci faccio un post sul mio blog... non sarà molto, ma se è vero che una mano lava l'altra..
in bocca al lupo,e mi raccomando continua a scrivere!

Simone ha detto...

Kaori: infatti Internet rende le cose molto più facili, anche se piano piano tutti gli emergenti si stanno spostando in rete e diventa difficile anche farsi cliccare, oltre che farsi leggere ^^

Poi se metti il post fammi sapere, ciao!

Simone

Anonimo ha detto...

no scusa ma tu che scrivi così di merda fai lo scrittore sul serio?

Simone ha detto...

Marta: uno che fa lo scrittore "sul serio", per come la vedo io, è uno che lo pubblicano e vende un sacco di libri (e magari chi lo legge non gli dice che scrive di merda ^^). Diciamo allora che per il momento ci provo...

Simone

Dario Ciferri ha detto...

non penso che le affermazioni che fai su Moccia siano giuste, vedi è vero può sembrare che uno rosica vedendo che vende milioni di libri, ma anche scrittori bravi vendono libri e sono, appunto bravi, mi viene in mente Ammanniti. Moccia invece scrive proprio male e fa un cattivo servizio alla letteratura e alla lingua italiana, leggendolo milioni di persone questo è un virus che si espande, sarebbe compito di ogni amante della lettura dire che i libri di moccia non sono validi ed utilizzano periodi senza capo nè coda, con un concentrato di frasette da diario di terza media, senza scendere nel turpiloquio, anche se la tentazione è forte.
più complicato il discorso dei lettori, gli editori sbagliano dicendo che la gente non legge, la verità è che la gente non sa leggere, che non è educata alla lettura, se in un paese dove comprano libri 30 milioni di persone l'autore più acquistato è Bruno Vespa (è un esempio non so se sia davvero lui, ma temo di sì) ci sono solo due strade da battere scuotere la testa sconsolati e guardare al proprio orticello, o iniziare a dire alle persone che conosciamo guarda questo è un libro che vale la pena leggere...
bisognerebbe iniziare a fare una raccolta seria di libri e autori da leggere e proporre. noi su freaknet in qualche maniera l'abbiamo già fatto basta vedere qui.
a risentirci.
mazzulina

Simone ha detto...

Sinceramente Moccia non l'ho mai letto semplicemente perché non è il mio genere, anche se prima o poi lo farò per farmi finalmente un'idea più concreta. Buona l'idea della "lista" dei libri (mi pare ce ne siano altre, in rete), ma io farei più una lista di "libri degli ultimi anni" perché i classici già li conosciamo tutti mentre è difficile trovare il nuovo. Magari apro una sezione nel blog, dai!

Simone

Anonimo ha detto...

Condivido l'argomento del post. Ma la cosa più esaltante l'ho trovata nei commenti.
"io non comprerei mai un libro che so essere stato pubblicato a spese dell'autore.... perchè sicuramente non è un buon libro.
"
Tralasciando il fatto che Henry Miller, Proust, Tolstoj, Joyce e quasi tutti i più grandi hanno pagato per vedere un proprio libro stampato.
Il problema di questo mondo è che parlano (e in questo caso) scrivono tutti. A volte qualcuno farebbe meglio a starsene zitto.

Simone ha detto...

Gli editori vorrebbero (dico vorrebbero perché poi non sono capaci) pubblicare libri che si vendono. La presunzione di vendibilità separa il pubblicato dal non pubblicato (o pubblicato a proprie spese), tutto qui.

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao Simone, mi chiamo Cristiana e mi piace il tuo blog. Non condivido alcuni commenti che ti hanno lasciato, tipo: scrivi di merda, o che la pubblicità la fanno solo i grandi. Bisogna sempre vedere quali sono gli obiettivi da raggiungere. Se ci si sente "arrivati" non si ha bisogno di molta pubblicità, se si deve "arrivare" ci si deve rimboccare le maniche! Non credo al fatto che scrittore che paga è uguale a scrittore sfigato... è solo uno che sta provando a portare avanti un suo progetto di vita. Se il libro non piace...pazienza...seguirà altre strade, altre storie; ma se il libro piace andrà avanti anche senza megacartellone con gigantografia lucida e patinata. Magari proseguirà come un bradipo, ma chi lo ha detto che bisogna correre per forza? Ciao

Simone ha detto...

Ciao Cristiana! Io che non si deve correre l'ho capito da me, semplicemente vedendo i tempi di attesa. 7 mesi dagli ultimi invii di manoscritti agli editori e ancora manco una risposta... ho quasi fatto prima a scrivere il nuovo romanzo! ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao Simone...ti faccio una provocazione! Hai letto cose brutte da autori emergenti vero? Beh anche io. Perfettamente daccordo. Io leggerò una tua opera te leggerai una mia .
E' uscito da poco "Frammenti cosmici-poesie nell'arte" di Andrea Simonetti illustrazioni Monica Gattari(io), Edizioni Il Filo.(Editore davvero molto serio).
E' un bel viaggio attraverso poesie e disegni-dipinti sull'esistenza del cosmo e sul cosmo dell'esistenza...guarda la prefazione e se ti attira leggilo, ne vale la pena, davvero!

//www.ilfiloonline.it/autori/2008/simonetti.asp

ciao e buona fortuna per tutto

Simone ha detto...

Ciao Monica! Darò uno sguardo alla presentazione del libro... comunque se hai un comunicato stampa mandamelo per posta elettronica e lo inserirò nel blog, ciao!

Simone

Maurizio ha detto...

Interessante questa discussione, ma io per vendere il mio romanzo ne ho provate di tutte e ve le elenco:
1) vincitore di tre premi letterari (non lo Strega e nemmeno il Campiello) ma comunque premi interessanti e non organizzati da una proloco di periferia. Una volta IV classificato e sempre IV ad un premio Europeo per narrativa edita.
2) sito web con tanto di etichette e link dove perterlo acquistare.
3) presentazioni che partono da Roma a Milano, da Trieste a Torino ( a volte deserte)
4) segnalazioni sui vari giornali, per la maggior parte locali
5) pubblicazione anche su E-book ad un prezzo quasi irrisorio.
6) commenti tutti positivi a partire da Anobii fino a IBS
7) e per finire... la possibilità di poter scaricare gratuitamente l'ebook in versione Free con tanto di pubblicità dai blog a Facebook

Eppure... copie zero!