Il colmo per uno scrittore emergente.

Oggi parliamo di nuovo de la sindrome di Reinegarth, il libro che doveva andare su Lulu e del quale ho da poco completato l'editing. Come potrete intuire dalla foto, non sono completamente soddisfatto di questo lavoro, per cui reputo che non sia il caso metterlo in vendita. Una cosa è far girare un ebook gratuito, che poi in fondo non si sa quanta gente lo legge, mentre tutt'altra cosa è un libro stampato per cui si chiedono soldi veri.

Non penso che sia un libro brutto, anzi al contrario per come l'ho corretto e rifinito credo che si tratti di una lettura molto gradevole. Tuttavia, non è a mio avviso a livello dei miei lavori più recenti, e non mi sembra una buona idea utilizzarlo come biglietto da visita. In poche parole, non vorrei che leggendo la sindrome di Reinegarth la gente pensasse che non so fare di meglio, visto che non è affatto così.

Al momento sono un po' amareggiato da questa scelta, visto tutto il lavoro che ho fatto finora è finito appunto nella pattumiera. Credo però che col passare del tempo si rivelerà la decisione migliore, e la gente che in un giorno lontano comprerà i miei libri lo farà sapendo che se non li considerassi validi non sarebbero nemmeno in vendita. Questo ovviamente finché non troverò un editore senza scrupoli che penserà solo ai soldi, ma a quel punto sarò ben felice di tirarvi la fregatura dando poi tutta la colpa a lui.

È inoltre una buona occasione per prendere le cose con la consueta ironia: ce l'ho sempre tanto con gli editori che non mi leggono e non mi filano, ma alla fine della fiera... qual è il colmo per uno scrittore emergente? Non pubblicarsi nemmeno da solo!

Si vede che non corrispondeva alle mie attuali linee editoriali...

Simone

Link correlati: già che c'ero ho messo online un ebook aggiornato con l'ultima stesura del testo. La prossima volta ne parlo meglio, ma intanto lo trovate qui:

La sindrome di Reinegarth

Tutti i libri del mondo.

È da un po' che sto preparando alcuni libri per la stampa attraverso il sito Lulu.com (anche se come ho già detto alla fine potrei scegliere un altro servizio analogo). Di certo non ho l'esperienza enorme di chi scrive, pubblica e vende libri da una vita, ma spero comunque che a qualcuno interesserà leggere alcune mie riflessioni sulle differenze tra l'editoria classica e il sistema print on demand.

Rapporto autore/editore: un autore può decidere di pubblicarsi da solo, ed effettivamente oggi come oggi il print on demand è utilizzato principalmente in questa maniera. Ciò non toglie che potrebbe benissimo esistere (credo ci sia già, veramente ^^) una casa editrice che seleziona i testi, li corregge, li pubblicizza e infine li vende col print on demand, evitando così di stampare libri che non si vendono. Potrebbe essere un buon modo di puntare sugli autori esordienti, che forse venderanno ma forse no, evitando di pubblicare sempre e solo le solite minchiate.

Stampa del libro: ok, questa è ovvia, no? Si passa dalla scelta di una tipografia tra tantissime a disposizione (e conseguente concorrenza e calo dei prezzi) a un sistema che, al momento, è sostanzialmente di monopolio con un paio di siti tra cui scegliere e solo uno che forse funziona bene. Effettivamente, i costi di stampa di una copia on demand sono elevatissimi (quasi 9 euro per un libro di 250 pagine), ma non si rischia di ritrovarsi il magazzino pieno di libri invenduti. Di certo (vabbè... speriamo, dai ^^) tra pochi anni quasi ogni tipografia offrirà un servizio simile, e i prezzi crolleranno.

Distribuzione del libro: se decidiamo di stampare solo i libri che vengono venduti online, sparisce la figura del distributore mentre compare quella del postino, che deve recapitarvi il libro a casa con conseguente aggravio dei costi sull'acquirente finale. Questo è ininfluente per chi vende il libro, e negativo per chi lo acquista, giusto? Mica tanto, perché il prezzo già elevato scoraggia gli acquirenti (che al momento possono andare in libreria e scegliere tra tutti i libri che vogliono), e le vendite calano.

Grafica e copertina: nell'editoria classica la copertina è quella che è, e non viene aggiornata se non in una successiva edizione del testo. Nel print on demand si possono realizzare varie versioni dello stesso libro con diverse copertine, e gli acquirenti possono scegliere la loro preferita. Viene anche meno l'utilità della quarta di copertina per attrarre i lettori: se qualcuno compra da un sito web, probabilmente lo stesso sito conterrà una presentazione del libro mentre la quarta di copertina verrà letta solo da chi ha in mano il testo vero e proprio (e di conseguenza ha già comprato il libro). A questo punto il retro del libro avrà un valore puramente estetico o di fascino, ma poco valore di marketing.

Impaginazione/correzione: questa parte della produzione di un libro rimane pressoché invariata. Un testo deve essere ben presentato, e il modo di distribuzione e stampa ha poca importanza se i lettori non riescono nemmeno a leggerlo. È anche vero che, potendo (o dovendo) curare anche l'interno dei propri testi, prima o poi ci saranno degli autori riconoscibili anche solo per la particolare impaginazione scelta. Io ad esempio potrei stampare un libro disponendo in ogni pagina i caratteri in maniera tale da formare il disegno di un gatto (come le immagini ascii) o ancora ogni pagina avrebbe il suo disegno fino a formare una storia nella storia. Che bella idea... peccato che adesso me la copieranno tutti ^^

Librerie: io già m'immagino una libreria on demand, magari in un aereoporto dove c'è un sacco di gente che aspetta. Una specie di distributore automatico con un terminale su cui sfogliare le copertine di migliaia di testi. Anzi, sarà collegato a Internet e dentro ci troveremo tutti i libri mai scritti, in tutte le lingue del mondo. Pensate che bello: si mettono i soldi (vabbè, questo non è tanto bello ^^), si schiaccia un tasto ed ecco che il libro che abbiamo scelto viene sfornato solo per noi. Niente più cataste di libri invenduti e magazzini immensi dove stipare i volumi! Ci saranno solo un PC, una stampante... e tutti i libri del mondo.

Simone

La fattoria degli animali.

Ancora una volta, ecco un grande classico del passato che, se oggi fosse scritto da un autore emergente, difficilmente finirebbe sugli scaffali delle librerie.

La fattoria degli animali - Mondadori (tanto per cambiare ^^)

Autore: George Orwell

La trama: All'interno di una fattoria polli, mucche e bestie varie sono scontenti di come vengono trattati dagli uomini. Finiranno con il mettere in atto una Rivoluzione (con la erre maiuscola) ritrovandosi così a gestire il lavoro tutto da soli liberi dalla presenza del fattore e degli altri esseri umani.

Recensione:Ovviamente, il romanzo di Orwell che tutti ricordano non è questo qui, ma quell'altro che non vi sto nemmeno a dire (ok, 1984). La fattoria degli animali è però uno di quei libri che, insieme a la storia infinita e pochi altri, mi hanno colpito maggiormente quando li ho letti da ragazzino, al punto che poi ho finito col mettermi in testa di fare lo scrittore pure io. Si potrebbe insomma dire che questo è uno dei romanzi che mi hanno rovinato la vita, e che anzi sarebbe da sconsigliarne la lettura ai minori facilmente influenzabili come probabilmente era il sottoscritto.

Tornando al testo vero e proprio, la storia degli animali che controllano la fattoria non è che una scusa per parlare - sotto forma di metafora - di società e politica. Gli animali che fanno la Rivoluzione contro l'uomo che li sfrutta, i maiali che finiscono col somigliare sempre di più agli esseri umani... insomma ci sono già molte di quelle tematiche che poi verranno riprese e sviluppate maggiormente in 1984.

Si potrebbe addirittura azzardare che, tra i due, sia questo il romanzo più riuscito da un punto di vista puramente tecnico, perché dice più o meno le stesse cose in una forma più sintetica e di facile lettura. Probabilmente l'ambientazione più accattivante di 1984 ne ha decretato non tanto un successo maggiore (credo che i due libri siano diffusi più o meno allo stesso modo) quanto un maggiore impatto emotivo sui lettori.

Perché non me lo pubblicherebbero: Già mi pare di sentire gli editori che distruggono il libro dei gatti: ancora la metafora con gli animali e la società? Ma che palle! Lo stesso credo varrebbe per questo libro di Orwell. Certo, si potrebbe dire che Orwell lo ha fatto prima degli altri... ma non è vero manco per niente! Se leggete le favole di Esopo, scritte nel sesto secolo avanti Cristo, già erano piene di animali personificati (o persone animalizzate?). Ogni volta che nell'arte c'è una bestia di qualche tipo, questa sta lì per rappresentare qualcosa, e non l'animale in sé.

La verità è che questo George Orwell era un gran copione! È andato in giro rubacchiando a destra e a sinistra, e sulla base di queste considerazioni il nostro editore serio e onesto userà il dattiloscritto della fattoria per la cura di altri animali... mettendolo cioè sul fondo della gabbietta degli uccellini.

Cosa abbiamo imparato: Se scrivete una storia che avete chiaramente copiato da altri libri, qualcuno (se non l'editore, che magari il vostro è il primo libro che legge) prima o poi, vi sgamerà.

Simone

La stirpe del drago, un altro romanzo online!

È questo il titolo del romanzo fantasy scritto da Angela Biondi, e pubblicato online attraverso il blog di questa scrittrice emergente. Ogni settimana verrà reso disponibile un nuovo capitolo, che potrete anche scaricare in formato .pfd oltre ovviamente a commentarlo e discuterlo insieme all'autrice.

Ecco due parole di presentazione da parte di Angela:

La Stirpe del drago è teoricamente composta da tre romanzi. In questa prima opera narrativa, intitolata Il Risveglio dell’Antico Signore, il lettore conosce i draghi prima che la loro immagine venisse deturpata dalla storia. I draghi non sono verdi creature affamate di uomini e di ricchezze com’è stato loro insegnato ma vivide creature senzienti dotate di poteri inimmaginabili, antichi signori creatori del mondo e labili spettatori di tragici mutamenti. Quando Khan Faiwn Urhee si risveglia dal prolungato letargo imposto ai suoi simili scopre dolorosamente di essere rimasto l’unico della sua stirpe. La sofferenza ed il turbamento attanagliano l’antico signore portandolo a commettere atti oscuri ed in principio incomprensibili ma quando il drago riuscirà finalmente a vedere e ad accettare i mutamenti del tempo ciò segnerà l’inizio di un tempo nuovo, “un tempo del quale saremo partecipi e dal quale non potremo sfuggire”.

Link correlati:

La stirpe del drago

Lo scrittore disfattista.

Stavo per intitolare il post lo scrittore che rompe i coglioni, ma è da un po' che cerco di limitare la volgarità nel blog, per cui ho evitato.

Detto questo, veniamo all'argomento: come autore emergente di successo, trovandomi ormai tra i più famosi scrittori mai pubblicati (nel senso di MAI pubblicati), sono in contatto con moltissimi altri emergenti tanto via Internet che dal vivo. Parlo di gente che vuole fare lo scrittore (e altri addirittura lo fanno), che scrive e spera, un domani, di vivere con questa professione. Finito di ridere? Andiamo avanti.

Insomma, il fatto è che data anche la situazione dell'editoria non solo italiana, la maggior parte degli emergenti (nel senso di tutti, tranne me e altri due che se volete vi scrivo come si chiamano) sono ormai talmente scoraggiati e disfattisti che qualsiasi cosa uno cerchi di fare per uscire da questo abisso di chissenefottismo del mondo nei nostri confronti, stanno lì a buttarti giù e a fare i menagrami. Praticamente, ogni idea non è una buona idea, qualunque essa sia.

Ma vediamo qualche esempio insieme, passando per 3 gradi di disfattismo sempre più totale:

Io: Ciao, ho messo online un mio ebook se ti va dacci uno sguardo.
Risposta 1: Eh no, gli ebook non soppianteranno mai l'editoria.
Risposta 2: Se metti l'ebook online, allora te lo copiano e nessuno ti pubblicherà mai più!
Risposta 3: Gli ebook fanno tutti schifo. (Che penso sottintenda anche i miei, no? ^^)

Io: Sto pensando di stampare un libro con un servizio di stampa (e con cosa se no?)
R1: Il servizio di stampa X non è un editore.
R2: Ah, no! Se lo stampi da solo poi nessuno se lo compra e poi nessuno ti pubblica più e io non li spendo i soldi per stampare e poi non capisco la gente che fa queste cose poi come si fa con le bozze devi fare tutto da solo è impossibile sei destinato a fallire.
R3: I libri autoprodotti fanno tutti schifo. (Qui non è che gli si possa dare proprio torto... diciamo quasi tutti, ok?).

Io: Ho aperto un blog per farmi pubblicità:
R1: Il blog è solo tempo perso. (Inizia a starmi sul cazz...volo questo qua!)
R2: Oh, ma poi quello che scrivi si vede su Internet? E come fai col contatore se non è aggiornato (??) e poi se hai un virus ti viene il bug col trojan e gli hacker ti entrano nel PC e ti rubano i libri (!!!!!) e nessuno ti pubblica più. (Come da copione, direi).
R3: Sui blog ci stanno scritte solo stronzate. (Questo è vero, però! ^^).

Io: Ho messo in vendita un mio libro con un sito Print on demand o quello che è.
R1: E no! Vuoi mettere con un piccolo editore, che si batte per te, ti fa pubblicità e organizza presentazioni? (E vende 50 copie, aggiungo io).
R2: Oh mamma mia! Se vendi qualche copia nessun editore vorrà mai più neanche prendere il tuo libro in considerazione (e certo, perché pubblicare un libro che vende?) E poi come fai con il copyright, la partita IVA, la finanza... aaah!!! (Ha un mancamento).
R3: I libri venduti sul sito Print on demand fanno tutti schifo, e poi tanto non li compra nessuno. (Io veramente qualcuno ne ho comprato, e non faceva schifo. Vabbe', erano le bozze dei miei ^^)

Simone

Finalmente c'è chi legge gli autori emergenti!

Quante volte siete stati convinti di aver scritto qualcosa di bellissimo, ma poi nel momento in cui avete provato a farlo leggere a qualcuno (i soliti amici e parenti che, poverini, si chiedono sempre perché l'avete presa proprio con loro) non riuscite a capire se il libro è piaciuto davvero e se, soprattutto, varrebbe davvero la pena di provare a pubblicarlo.

Ma ecco la bella notizia: il sito Narrativanuova.com ha formato un gruppo di lettura destinato alla valutazione di opere di autori emergenti. In sintesi, voi gli mandate il vostro libro (anche via posta elettronica), e loro vi faranno avere una scheda di lettura con un giudizio sul vostro lavoro.

Come dicevo, gli ho già inviato la sindrome di Reinegarth così da sapere se, secondo loro, vale o meno la pena di metterlo in vendita tramite un servizio di stampa on demand (per altre informazioni, consultate i post precedenti). Ovviamente appena avrò la scheda la metterò online, con sommo imbarazzo di tutti nel caso di un giudizio negativo. Però sarebbe divertente, no? ^^

Se vi interessa un servizio del genere, vi consiglio di affrettarvi a inviargli dei testi, perché nel momento in cui s'intaseranno con troppa roba da leggere vi toccherà aspettare una vita, mentre adesso venite subito dopo di me.

Eccovi qualche dettaglio in più, con le parole della redazione di Narrativanuova.com:

Gruppo di lettura

Narrativanuova.com ha attivato un servizio che per i giovani scrittori può essere di grande aiuto. Quante volte avete provato a far leggere il vostro manoscritto ad amici e parenti? Molto spesso ricevendo giudizi falsati dal grado di parentela che vi lega? Oppure, voi stessi, quando rileggete le vostre opere non sempre riuscite a notare la bellezza o la bruttezza, a seconda dei casi, del vostro scritto?

Questo gruppo di lettura da la possibilità di ricevere una valutazione da persone che non hanno nessun grado di parentela o di amicizia con voi. Una valutazione fatta da un semplice lettore che può darti una prima impressione sull'opera. Distaccata da ogni attaccamento emotivo.

Il servizio non deve essere scambiato per l'editing del testo o una correzione di bozze, ma una semplice valutazione (più approfondita possibile) fatta dai lettori, che molto spesso sono più spietati dei stessi professionisti del settore. Questo può mettere l'autore di fronte al reale valore della sua opera e magari, così, riuscire a migliorarla.

Per saperne di più:

Narrativanuova.com

La pagina del sito di lettura.

Le FAQ del sito di lettura.

Per inviare un'opera basta inoltrarla come allegato all'email: gruppo.lettura@narrativanuova.com e scrivere i tuoi dati personali: nome, cognome, e-mail, ecc... e i dati della tua opera: titolo, genere di appartenenza, ecc... grazie.

Tutti gli errori che si possono fare in un libro autoprodotto.

L'altro giorno vi ho fatto vedere le bozze del mio il gatto che cadde dal Sole, il romanzo che sto finendo di sistemare. Come già più volte spiegato, si tratta di una stampa effettuata con il sistema Print on demand, attraverso il sito Lulu.com (ripeto per l'ennesima volta che sto provando questo, ma ce ne sono altri analoghi in giro).

Senza tirarla troppo per le lunghe, stamparsi un libro da soli significa che dobbiamo realizzare sempre da soli anche l'impaginazione e la copertina. Non sembra facile, e in effetti non lo è, al punto che si può incappare in un sacco di errori che, ovviamente, faranno sfigurare il nostro libro accanto ad altri testi stampati invece in modo più professionale.

Come potrete immaginare, io ho collezionato la quasi totalità degli errori possibili, e un paio di quelli impossibili, roba che se lo vedesse uno stampatore professionista mi chiederebbe: come cacchio hai fatto a fare un casino così? Ti prego, insegnamelo! Ve ne mostro alcuni, così nel caso vi mettiate in testa di stamparvi un romanzo saprete già a cosa stare attenti:

Qui vedete una bella rigona nera tra le ultime righe di testo e il numero di pagina. Il file pre-impostato di Lulu le mette in automatico, e lì per lì mi sembravano carine. Evidentemente fanno schifo, e vanno tolte (si fa dai settaggi della pagina, ovviamente).

Qui, se confrontate la foto con la precedente, vedete che il bordo della pagina sinistra è molto più grande di quello della pagina destra. Questo perché non ho tenuto conto della rilegatura che mangia un po' di spazio all'interno della pagina. Nelle impostazioni di openoffice c'è ovviamente un settaggio apposito, che io avevo scordato di utilizzare.


Mi pareva una bella idea quella di inserire il mio nome e il titolo del libro nell'intestazione di tutte le pagine, come nei libri seri. Il carattere scuro ed enorme fa però schifo, per cui è meglio usarene uno più piccolo... oppure niente, che è sempre meglio di così. Sempre qui, vedete che tra un paragrafo e l'altro c'è più spazio che tra una riga e l'altra. Non è che sia così brutto, ma di solito è una cosa che non si fa per cui meglio toglierla attraverso le solite impostazioni.




Qui invece vedete che il logo della mia (fantomatica) casa editrice è stato tagliato. Questo perché, nella stampa, i bordi della copertina vengono tagliati di qualche millimetro, per cui se avete messo qualcosa proprio attaccato al bordo il risultato sarà quello che vedete qui. Meglio spostare loghi e scritte un po' più al centro, così non correte il rischio che lo stampatore se li mangi.

Visto che macello? In realtà è molto peggio di così... ma con un po' di pazienza (e una seconda bozza) le cose dovrebbero migliorare notevolmente.

Simone

Le 10 cose da NON fare per avere un blog di successo.

La rete straripa letteralmente di consigli (anche detti beceri trucchi ed escamotage) per aumentare gli accessi alle nostre pagine e per costringere i visitatori a tornare a trovarci. Ci dicono insomma tutto quello che va fatto per gestire un sito e per aggiornare un blog, nell'irrealizzabile speranza di raggiungere prima o poi miliardi di visitatori e vivere da nababbi grazie ai bannerini delle pubblicità.

Mi sembra giusto, per rimanere fedele allo spirito anticonformista del blog, fare l'esatto contrario. Quali sono cioè le cose che, se fatte, assicureranno che il vostro sito venga odiato da tutti ed evitato come la peste dai motori di ricerca? E chi, meglio di me, potrebbe saperlo?

Le 10 cose da non fare per avere un blog di successo:

- Non usate un template illegibile, tipo verde chiaro su azzurro. Se la gente neanche riesce a leggervi, perché dovrebbe interessarsi a quello che dite?

- Non litigate con i vostri visitatori. Davvero, se mandate a quel paese qualcuno dentro uno dei commenti, probabilmente non tornerà e vi toglierà anche il link. Se però litigate sui blog degli altri, la gente vorrà sapere chi siete e verrà a trovarvi (salvo poi riempirvi d'insulti).

- Non sparlate di gente che ha un blog simile al vostro: è molto probabile che vi legga e che, come sopra, non vi faccia più una buona pubblicità.

- Non mettete titoli che poi non c'entrano niente con quello che scrivete. La gente arriverà sul blog e se ne andrà dopo 1 secondo, ma si ricorderà per sempre di odiarvi.

- Se il vostro blog parla di libri, non uscitevene con un post sul cinema o sui cartoni animati. Il sesso, invece, è sempre ben accetto.

- Non lasciate passare settimane tra un aggiornamento e l'altro. Abbiamo capito che avete scritto un bel post e volete che lo leggano tutti, ma era sul Natale e a desso siamo a Maggio!

- Non promettete cose che poi non date ai vostri visitatori! Se dite tra un po' metto online una certa cosa, chi vi segue si aspetterà che lo facciate. Anche adesso, in molti si metteranno anche a contare che le cose che ho scritto siano effettivamente 10.

- Non postate mai di Sabato o di Domenica! Tanto la gente vi leggerà il Lunedì mattina in ufficio, e penserà che siete degli sfigati che passano il fine settimana davanti al computer. Ok, se postate anche il fine settimana è meglio, ma a me non mi va.

- Questo è serio: non linkate pagine che non sono più online. Google se ne accorgerà, e il suo sofisticato algoritmo di ricerca vi disprezzerà a tal punto da relegarvi in fondo alla lista per qualunque ricerca effettuata. Questo vuol dire controllare di tanto in tanto che i vostri centomila link a siti amici (che molti manco vi ricordate di cosa parlano) siano ancora attivi.

- Non scrivete post pieni di boiate, solo perché vi state annoiando e non avete niente di meglio da fare. Che poi è l'idea con cui nascono tutti i blog...

Simone

Le altre bozze dell'altro romanzo.

Lo so che di questo non gliene frega niente a nessuno, e volete tutti leggere il libro dei gatti... ma tant'è, per fare le prove e vedere come funziona la vendita online di un libro autoprodotto ho deciso d'iniziare mettendo su Lulu la sindrome di Reinegarth, il primo romanzo (breve) che ho scritto la bellezza di 12 anni fa.

Ovviamente non si tratta dello stesso testo che ho scritto nel millennio scorso: ho già fatto un editing prima di mettere online gli ebook, e adesso lo sto rileggendo e ri-correggendo (non avete idea di quanto odi fare questa cosa!). In realtà non so nemmeno se alla fine lo metterò in vendita sul serio. Il fatto è che, se alla fine non mi sembrerà al livello dei miei lavori più recenti, non lo renderò disponibile. Non mi va di far girare un libro che non mi convince tanto... che senso avrebbe?

Mi sarebbe utile sapere cosa ne pensate. Come dicevo, esiste già una versione online spezzettata in cinque ebook, e se date una guardata anche solo al primo saprete dirmi subito se vi pare un testo interessante, oppure se a parer vostro è meglio lasciarlo nel mio passato di scrittore. Del resto, è giusto che siano i lettori a decidere, o no?

Stavo anche valutando l'idea di cambiare il titolo: Reinegarth è un nome inventato che non dice nulla a chi non sa di cosa parla il libro, per cui non mi pare il massimo per attirare dei lettori. Visto che il tema è quello dei sogni, pensavo di ribattezzarlo la sindrome di Morfeo (che non mi convince tanto) la sindrome di Morpheus (che però suona troppo alla Matrix) o col nome di qualche altra divinità legata ai sogni (non che ce ne siano tante, però ^^). Magari anche lo stesso titolo con un sottotitolo azzeccato sortirebbe lo stesso effetto?

Insomma ditemi pure le vostre impressioni. Però non fate gli infami, che dite tutti che fa schifo solo perché sperate che metta online il libro dei gatti! Tanto per quello vi tocca comunque aspettare, mentre poi finisce che vi ritrovate con l'ennesima versione di Mozart di Atlantide. Poi se vi fa schifo davvero ditelo tranquillamente, di certo non mi offendo e anzi almeno saprò che qualcuno lo ha letto davvero ^^

Vi lascio con un paio di appassionanti immagini del libro in fase di beta test... volevo dire, di editing.

Il libro nella nuova versione Print on demand, pronto per essere editato e (forse) messo in vendita. La copertina non è male: l'immagine di Rita Tagliaferri fa sempre la sua bella impressione, il logo si vede bene e il nero della stampa di Lulu è effettivamente nero e non un grigio scuro come capita a volte.












In questa foto (venuta malissimo), la copertina con il retro ancora da sistemare (c'è troppo poco spazio ai lati del testo, non trovate?)










Link correlati:

Gli ebook de la sindrome di Reinegarth

Le bozze del gatto che cadde dal Sole

Lunghezza è mezza bellezza!

Ispirato dal commento di un visitatore (non dico chi, così vi rileggete tutti i commenti e pare che ho più accessi ^^), finalmente un post utile che vi spiega qualcosa di pratico: cos'è una cartella?

In sostanza, la cartella dattiloscritta è l'unità di misura dell'editoria. Una cartella equivale a una pagina di 30 righe x 60 colonne di testo, pari cioè a 1800 caratteri. In questo modo, invece di dire "racconto di 3 pagine e mezza in formato word con interlinea 5 e carattere 14", si può dire il numero di cartelle e tagliare la testa al toro.

E qui torniamo al discorso di quanto è rimbambita la gente che lavora nell'editoria.

Word e Openoffice, nelle statistiche di un documento, ti dicono il numero di caratteri. Non ti dicono cioè che hai scritto, ad esempio, 5 cartelle, ma che hai scritto 9000 battute. Per sapere quante cartelle sono, tocca fare la divisione... non che sia tanto complicato, ma non facevamo prima a dire direttamente i caratteri?

Qualcuno dirà eh ma le cartelle sono le pagine del libro, no? No! Se contate righe e colonne di un libro stampato, vedrete che in nessun libro mai edito sulla Terra una cartella equivale precisamente a una pagina. Sono sempre 32x50, 35x60... 30x60 preciso MAI!

Comunque, le cartelle possono aiutarci a classificare le opere letterarie in base alla lunghezza, cosa talmente interessante da occupare il resto del post:

1-3 cartelle: la maggior parte dei miei amici aspiranti scrittori scrivono un racconto di 3 cartelle all'anno... e ovviamente sono tutti convinti di essere grandi autori ^^

4-10 cartelle: un racconto, oppure le pagine annue scritte da quelli che da quando li conoscono stanno scrivendo un romanzo che apparentemente non finiscono mai.

11 - 50 cartelle: racconto lungo. Di solito vengono spacciati per romanzi e venduti a 10 euro con caratteri grandi, spazi enormi tra le righe, bordi che prendono mezza pagina e un foglio bianco tra un capitolo e l'altro. La forma più remunerativa di scrittura (potrete arrivare a scrivere un libro a settimana), se trovate chi ve li pubblica ^^

51 - 100: romanzo breve. Già bene o male ci siamo quasi arrivati... a cosa? Bo', non volevamo scrivere un romanzo?

101 - 150: romanzo non troppo breve. Se andate a vedere, molti libri di successo sono in questo gruppo. Sarà che essendo corti la gente li compra più volentieri e soprattutto li finisce prima e così gli editori fanno più soldi?

151 - 300: il romanzo standard. C'è poca differenza tra i due estremi (150 o 300 cartelle), tanto vale che scriviate di meno che tanto vi stancate e basta.

300 - 400: romanzo corposo. Io ho scritto un romanzo di 300 e passa cartelle (Mozart di Atlantide). Il problema è che un libro così lungo di un emergente nessuno ha il coraggio di leggerlo.

400 - 600: Harry Potter e tutti i best seller che vendono milioni di copie. Gli autori di calibro ne sfornano uno ogni 6 mesi... o pagano qualcuno che glielo sforni e ci mettono il nome loro. Che poi è quello che farò io quando sarò famoso ^^

+ di 600: Un mattone di quelli che non finiscono mai. Di solito è un libro fantasy, oppure di qualche scrittore dell'Europa dell'Est che magari è morto di fame oppure è finito fucilato. Forse questo è il famoso unico libro all'anno che, a detta delle statistiche, leggono gran parte degli italiani. E ci credo, vale come 4 o 5 normali! Ecco di chi è la colpa della crisi dell'editoria, di Tolkien, Dostojevski e tutto il gruppo degli amici loro... brutti bastardi! (Detto alla hanno ucciso Kenny ^^).

Simone

Fahrenheit 451.

Bentornati nell'angolo del libro che a me non pubblicherebbero perché i libri degli emergenti tante volte manco se li filano mentre a questo qui gliel'hanno pubblicato perché già aveva venduto all'estero.

Fahrenheit 451 - Mondadori (ma so' tutti Mondadori 'sti libri?)

Autore: Ray Bradbury

La trama: Il lavoro dei pompieri del futuro sarà quello di bruciare i libri per impedire il libero pensiero e le solite storie da fanta-regime malvagio e oppressore. Il protagonista del libro è proprio un vigile del fuoco che, intento a distruggere a colpi di lanciafiamme la casa di due vecchietti bibliofili, ha la bella pensata d'intascarsi un libro di soppiatto convinto di non essere visto. Ovviamente, da qui in poi per il protagonista saranno solo casini... a riprova del fatto che appassionarsi alla letteratura non porta mai niente di buono.

Recensione: Sulla scia di 1984 e de Il mondo nuovo, Ray Bradbury ha scritto un altro bellissimo libro che ci racconta un mondo inquietante ma tremendamente plausibile. Magari oggi i libri non serve più bruciarli, perché tanto la gente non li legge (semmai, li scrive ^^). Il rischio che la società moderna porti a un'omologazione del pensiero e dell'informazione, per quanto non nella forma drammatica presentata in questo romanzo, è un discorso che è assolutamente valido ancora oggi.

Si potrebbe dire che tra i tre libri del gruppo dei romanzi distopici (sarebbe il contrario di utopici... una cosa brutta, insomma) questo sia il meno riuscito come contenuti (che bene o male sono scopiazzati dagli altri due) ma il meglio riuscito in quanto a tecnica e impianto narrativo. Si legge con più piacere, insomma (almeno, per me è stato così). Chi non ha mai sognato di fare il pompiere, in fondo?

Dimenticavo: il titolo del libro viene dalla temperatura a cui brucia la carta. 451 gradi Fahrenheit, appunto.

Perché non me lo pubblicherebbero: Quando presentate un libro a un editore, questo pretende di leggere una presentazione, la cosiddetta sinossi. Più breve è, meglio è, nel senso che se supera le 3 righe l'editore già si è rotto le palle di leggere e passerà ad altro (tipo fissare il soffitto dell'ufficio). E come lo presentate, un libro come questo Fahrenheit 451? Non so voi, ma io scriverei così: nel futuro, i pompieri bruciano i libri invece di spegnere gli incendi.

Ecco, e poi gli incendi veri chi li spegne (penserà l'editore)? Ma che stronzata di libro che ha scritto 'sto Bar.. Bray... Barburi! E proprio a me doveva venire a rompere le palle? Che fine farà il manoscritto, già lo sapete.

Dopo un po' di rifiuti m'immagino Ray Bradbury che si stampa questo libro con Lulu, e poi implora sua madre di leggerlo... almeno lei!

Cosa abbiamo imparato: Se scrivete una cosa che, raccontata a parole, pare una cavolata, forse avrete qualche difficoltà in più a piazzarla presso un editore.

Simone

Un concorso emergente!

Se ricorderete (se...), già qualche tempo fa vi ho parlato di Fabrizio Valenza e del suo romanzo Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde, completamente pubblicato online. Adesso Fabrizio ha deciso di mettere in palio alcune copie del suo romanzo stampate con Lulu (tra un po' ci sarà tanta di quella fila per farsi stampare i libri che sarà più facile trovare un editore vero! ^^) attraverso un concorso basato sui contenuti del proprio romanzo.

La cosa che reputo interessante di questa iniziativa, è che di solito sono i concorsi a rivolgersi agli scrittori emergenti. Una volta tanto, invece, è uno scrittore emergente a bandire un concorso... ancora una volta, mi sembra una riprova di come le tecnologie oggi a disposizione possano tornare utili a uno scrittore che ha bisogno di far conoscere il proprio lavoro.

Ok, ho finito il predicozzo, ed eccovi qui il bando... in caso di chiarimenti scrivete a Fabrizio (trovate i link all'interno del post) e non a me, ok? ^^

Concorso Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde


1) A partire dalla data di pubblicazione dell’Epilogo del romanzo, che avverrà al termine del mese di giugno, ogni lettore di Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde potrà concorrere gratuitamente al Concorso Indovina il Masso Verde. Di cosa si tratta? Sarà fornita una lista di alcune località visitate da Geshwa e Sitòr nel loro viaggio attraverso il Masso Verde. I primi quindici lettori che riusciranno a individuare almeno il 75% di corrispondenze tra le località del romanzo e le reali località della Lessinia – in cui è ambientato – vinceranno una copia cartacea del romanzo, rilegata e stampata come un vero libro tramite il mezzo di Lulu.com.

2) I partecipanti al concorso devono inviare:
- le loro risposte secondo questo schema: Senfe - Località reale;
- i dati personali (nome e cognome, indirizzo al quale spedire il romanzo).

3) Le risposte e i dati personali (che saranno distrutti una volta concluso il Concorso) possono essere inviati secondo due modalità: o per e-mail all’indirizzo valenza.fabrizio@gmail.com oppure tramite lettera all’indirizzo Valenza Fabrizio – Via Giovanna Murari Brà, 37 – 37136 Verona.

4) Le località da indovinare per il Concorso saranno pubblicate a partire dal 15 giugno 2007 e le risposte dovranno pervenire entro il 30 luglio 2007.

5) Le risposte corrette e i vincitori saranno pubblicati il giorno 10 agosto 2007 sul sito www.stedon.it.

6) Per qualsiasi chiarimento potete scrivere all’indirizzo throor@libero.it."


Link correlati:

Il sito del concorso.

Geshwa Olers e il viaggio nel masso verde.

Le bozze del nuovo romanzo!

Per chi si fosse perso le puntate precedenti, o per evitare per quanto possibile di confondere chi segue regolarmente il blog, faccio prima il punto della situazione:

- Sto per mettere in vendita il mio romanzo di fantascienza La sindrome di Reinegarth attraverso un servizio di Print on demand (se comprate il libro, ve lo stampano apposta). Nello specifico, sto valutando il sito Lulu.com (al momento è quello più popolare) ma se cercate un po' in giro vedrete che non è l'unica alternativa. La sindrome di Reinegarth è già disponibile come Ebook e sotto licenza Creative Commons, e a tempo debito sarà disponibile anche un ebook aggiornato, sempre sotto Creative Commons.

- Sempre con il Print on demand ho stampato un po' di copie del mio nuovo romanzo il gatto che cadde dal Sole per farle leggere a qualcuno e successivamente rivedere l'intero lavoro. Questo nuovo romanzo NON è disponibile online e questa stampa è solo parte del mio lavoro personale di scrittura e revisione del testo. Lo so che tutti volete comprare questo e dell'altro libro non vi frega niente, ma le case si fanno un mattone alla volta per cui intanto leggetevi la sindrome di Reinegarth che è bello lo stesso, e poi vediamo che succede!

- Oggi (per voi ieri ^^) mi sono arrivate le benedette bozze del gatto (avevo chiesto una spedizione più veloce, per Reinegarth ci sarà da aspettare qualche giorno). Visto che sono sicuro che a tantissima gente interessi molto il Print on demand (e spero anche il mio lavoro ^^), eccovi un resoconto dettagliato - in due parti - (questa è la prima) di quello che ho ricevuto e delle mie impressioni a riguardo.

La bozza del gatto che cadde dal Sole

Oggi m'è arrivato un bel paccone dalla Espagna... olè! Lo stampatore di Lulu infatti si trova in Spagna, speriamo che se la cosa avrà successo ne aprano uno anche in Italia. Il tempo di consegna dal momento dell'ordine è stato di 7 giorni lavorativi. Considerate che ho richiesto una consegna più rapida (costa di più), vedremo quanto ci mettono gli altri libri ad arrivare.

Guarda guarda... il pacco è pieno di libri! E chi se l'aspettava?















Direi che non fa affatto una brutta impressione, no? La copertina è di cartoncino plastificato, non è il massimo della vità ma è identica a quella di molti volumi che ho comprato in libreria. Comunque sembra effettivamente un libro e non un mucchio di fotocopie rilegate.

Ecco l'interno. Essendo delle copie a uso personale (sì, adesso me le fumo) non mi sono messo a rivedere l'impaginazione più di tanto, ma ne riparliamo nella seconda parte così saprete a cosa bisogna stare attenti. La carta mi piace molto, è un po' giallognola e porosa come quella dei libri veri... non sarà che è un libro vero anche questo? Il testo è pulito e leggibile.

La copertina aperta. Notate come l'immagine (per quanto semplice) prende entrambe le facciate e il bordo. Se siete bravi con la grafica sicuramente il lavoro finale ci guadagna molto.

Un particolare della numerazione delle pagine... nonché uno spoilerone del finale del libro ^^ La riga nera non mi piace e la prossima volta la levo.








Ecco le 10 copie accatastate, e pronte a tormentare parentame e amici vari. Dopo che ho fatto una cosa simile con Mozart di Atlantide, qualcuno non mi ha rivolto più la parola. Davvero.












Per concludere un interessante particolare della copertina... ma adesso non iniziate a mandarmi i vostri manoscritti, è solo per finta! Che dite? Lo apriamo il sito dell'editore emergente? E vabbè... è vero, mi sono montato la testa. ^^

Simone

Un giallo, un noir e una commedia all'italiana!

Sto parlando del nuovo romanzo di Fabrizio Bianchini, un altro amico emergente... che ormai tanto emergente non è più, visto che sarà il terzo libro che pubblica nel giro di un paio d'anni, e mi pare proprio che ce ne sia anche un quarto in dirittura d'arrivo! Ebbravo Fabbrizzio!

Il romanzo in questione s'intitola Cose sfiziose e bisogna dire che, rispetto ai soliti romanzi di emergenti che mi capita di vedere, la presentazione di questo qui fa addirittura venire voglia di leggerlo!

Eccovi come al solito un estratto della presentazione, mentre seguendo il link a fondo pagina troverete altre informazioni sul testo e sull'autore.

Cose Sfiziose - di Fabrizio bianchini
Cicorivolta Edizioni.

Tolentino, cittadina dell’entroterra marchigiano. In un fondo commerciale del condominio di periferia Famiglia Serena viene aperto un sexy shop dall’improbabile nome Cose Sfiziose. In quegli stessi giorni, Emma Latini Bonavoglia, maestra in pensione, poetessa a tempo pieno, vincitrice di centinaia di premi, molto tirchia e con l’alito che puzza di fogna viene trovata uccisa; vicino a lei c’è un bambolo con il pene vibrante in funzione...

...di personaggio in personaggio, dai principali ai secondari a quelli abbozzati anche solo di sghimbescio, ognuno caratterizzato dai propri squallidi machiavellismi quotidiani, per una godibile sarabanda di situazioni tanto reali quanto tragicomiche, destinate a mettere alla berlina la vita di condominio, la mentalità di provincia, l’Italia dei concorsi letterari in cui tutti si credono scrittori e poeti, si arriverà, attraverso un piano di trappole, pretesti ed equivoci, all’inevitabile resa dei conti e ad un epilogo tanto inatteso quanto sconvolgente.


Dalla prefazione di Remo Bassini, inoltre:

"...questo libro, un po’ giallo, un po’ noir, un po’ commedia all’italiana moderna di paese, non ha un finale: ma due. Uno prevedibile, forse. L’altro no: l’altro è da schianto."

Link correlati:

COSE SFIZIOSE sul sito di Cicorivolta Edizioni

Le tipologie di visitatori dei blog.

Dopo circa sei mesi che scrivo gli affari miei su Internet, ho iniziato a riconoscere e a interpretare diverse tipologie di visitatori. Mi sembra allora doveroso dedicare un post a questo argomento, intanto che aspetto le bozze di Lulu e non ho niente di più letterario da raccontarvi.

- L'utente impiegato/annoiato: arriva tramite google con una ricerca del tipo cose da fare al lavoro. Legge per un po' qualche post, e poi se ne va senza lasciare commenti. A questa prima categoria appartiene una percentuale talmente elevata di visitatori che ho smesso di scrivere aggiornamenti durante il fine settimana, che tanto non li leggeva nessuno. A dirla tutta, anch'io aggiorno il blog dall'ufficio.

- L'utente che s'è sbagliato: cercava le cose che io di solito scrivo quando faccio le battute (generalmente qualche porcheria) ma che google ritiene essere l'argomento principale del blog. Spesso si sbaglia di nuovo e aggiunge il blog ai siti preferiti.

- L'utente che non segue tanto l'informatica: dal contatore risulterà un PC con installato Windows 95 e (roba da lasciare sbalorditi)Netscape. In realtà, è il computer più sicuro al mondo visto che il sistema operativo è così vecchio che tutti i virus in grado di attaccarlo sono ormai estinti. Questo utente comunica con messaggi tipo: carino il tuo sito, però le foto ci mettono un po' troppo a vedersi. E poi si scopre che si collega con un modem 28 e 8...

- L'utente fissato coi computer: aveva già Windows Vista quando il contatore manco lo riconosceva (ovviamente ha anche una seconda partizione con linux). È raro che lasci un messaggio perché poi blogspot gli lascia un cookie che gli rallenta il PC e deve formattare.

- L'utente paranoico: non scrive mai un commento, perché qualcuno potrebbe risalire a lui. Non scarica nemmeno gli ebook perché ha paura che poi qualcuno (io, immagino ^^) si presenterà a casa sua per chiedergli i soldi.

- L'utente scrittore fanatico: tipicamente, raggiunge il blog seguendo un commento lasciato sul suo (e di solito è anche l'unico accesso che arriva da quell'indirizzo). Se avete un sito molto frequentato lascerà un commento da artista sofferente: ah, se penso a tutti gli anni spesi a vivere in funzione della mia passione per la scrittura... o qualcosa di altrettanto drammatico. Se avete meno di mille accessi al giorno se ne va senza commentare, perché per così pochi spettatori non si spreca.

- L'utente affezionato: sono quelli che tornano regolarmente, e commentano spesso. Molto spesso è lo stesso autore del blog con un secondo (e terzo) account, che si commenta da solo per far credere di avere molti lettori. Sugli altri (quelli veri) non dico niente, se no finisce che si offendono e non tornano più... ^^

Simone

E adesso diamogli una sistemata!

C'è stato un lieve rallentamento, ma finalmente riesco a mettere giù la sesta parte dei miei consigli per diventare uno scrittore a cui nessuno pubblica i libri.

Eravamo arrivati a completare la prima stesura del romanzo. In questo momento, il nostro capolavoro immortale sarà zeppo di ogni genere di errori, con ambientazioni che spariscono, personaggi che cambiano etnia e gialli in cui l'assassino si capisce a pagina tre, ancora prima che riesca ad ammazzare qualcuno.

Volendo intervenire per sistemare (per quanto possibile) tutti i casini che abbiamo combinato, possiamo utilizzare diversi sistemi. Invece di dirvi subito come faccio io (che poi ovviamente è il metodo migliore ^^) vi farò un breve elenco delle diverse modalità che ho utilizzato negli anni (va bene, le sto inventando sul momento) evidenziando di volta in volta pregi e difetti di ognuna.

Rileggere il testo direttamente al computer: davvero ve lo devo spiegare? Aprite il file, tornate a pagina 1 e lo rileggete tutto apportando le dovute correzioni. Sistema buonissimo in quanto a praticità (non dovete nemmeno stampare) e rapidità, un po' meno per i risultati. Leggendo a schermo si perdono tante cose, e oltretutto vi bruciate gli occhi. Tutti i miei primi lavori li ho corretti così, poi ho cambiato... e devo dire i risultati sono stati migliori.

Correggere il testo stampato: molto più comodo per non accecarvi, meno comodo perché costa tempo e soldi. Se dovete riscrivere interi passaggi, vi toccherà comunque utilizzare il PC (a meno che non siate i 2 o 3 scrittori ancora rimasti che ancora scrivono su carta... io è già tanto se mi ricordo come si fa la mia firma ^^). Vi consiglio di stampare a caratteri larghi e spaziosi, così si legge ancora meglio e avete spazio per fare le correzioni. Io uso anche questo sistema... ma andiamo avanti.

Correggere il testo stampato... mentre lo scrivete: in sostanza, ogni volta che scrivo qualcosa (almeno un paio di pagine) lo stampo immediatamente e lo correggo al volo, vedendo ovviamente di riportare le correzioni sul PC. Terminato il romanzo completo, stampo tutto una seconda volta e lo ri-correggo tutto insieme. Questo è il metodo che ho usato per l'ultimo romanzo (non so se ve ne ho già parlato... è una storia coi gatti ^^), e devo dire che funziona benissimo. Fin dalla prima stesura infatti il testo scorre decisamente bene, e adesso non resta che smussare certi particolari e rendere tutto un po' più omogeneo.

Mandare il testo a un collaboratore che ve lo corregge lui: questo è il sistema che userete quando sarete famosi. Per il momento, rischiate che il vostro collaboratore scriva meglio di voi e che l'editore decida alla fine di pubblicare qualcosa scritto da lui.

Non correggete un cazzo e l'editore si arrangia. Poi quando vi manda il testo corretto v'incazzate che c'è qualcosa che non vi sta bene e gli fate una scenata. Tutto rigorosamente dopo le due di notte e il giorno prima che il libro vada in stampa: questo lo farò IO quando sarò famoso, insieme alle mille altre perfidie che sto già escogitando per vendicarmi degli editori.

Adesso qualcuno potrebbe domandarmi: sì, ma cosa bisogna correggere di preciso? Effettivamente, esiste il rischio che il romanzo nella versione originale sia migliore di quello riveduto, perché siamo degli scrittori talmente pietosi da aver cambiato le poche cose che invece andavano bene. E allora, cosa bisogna fare? Ecco un'ottima scusa per la settima puntata del corso di scrittura... che arriverà con le solite modalità delle prime sei, e cioè quando avrò voglia di scriverla.

Simone

Qualche numero aggiornato.

Oggi m'è ventuta voglia di fare due conti, tanto per avere un'idea di quello che ho combinato fino a oggi nella mia carriera di scrittore emergente. Ecco allora un breve elenco degli ebook scaricati dal mio sito web (di Emule parlo più sotto!) dal momento in cui sono stati messi online fino a oggi.

Vi ricordo (per chi non mi conoscesse) che gli ebook sono tutti distribuiti sotto licenza Creative Commons.

Ebook di Simone M. Navarra scaricati da www.simonenavarra.it

Mozart di Atlantide, 2006 - Da Febbraio 2006: 1105 copie.

Mozart di Atlantide, 2007 - Da Marzo 2007: 562

La sindrome di Reinegarth, n°5 - Da Novembre 2006: 182

Il Cubo - Da Maggio 2006: 658

La Catena - Da Febbraio 2007: 170

Per noi o per gli altri - Da Settembre 2006: 373

TOTALE: 3050 ebook

Di Mozart sono soddisfatto. Mille e passa copie per l'ebook di uno sconosciuto (sto parlando di me stesso ^^) non sono pochissime. Se avessi pubblicato con un piccolo editore, di certo avrei smerciato meno libri... guadagnando più o meno lo stesso (cioè niente ^^).

Stupefacente come Il Cubo, zitto zitto, continui a essere scaricato molto più di cose che ho messo online successivamente... si vede che, in qualche modo, attira maggiormente l'attenzione (sarà per il film omonimo?)

La Catena finora è andato malino, nonostante la (credo) bella iniziativa collegata. Proverò a rilanciarlo spammandolo un po' di più su tutti gli aggregatori del globo.

Della sindrome di Reinegarth tengo conto solo del quinto ebook, assumendo che chi si scarica quello si sia già scaricato anche gli altri. Certo la suddivisione a puntate non sembra ripagare il lavoro fatto per realizzare cinque ebook... prossimamente metterò online una versione completa, associandola al libro stampato con Lulu.

I download attraverso Emule non posso saperli e nessuno li saprà mai. Da quando ho formattato (intorno a Dicembre) io stesso ho condiviso qualche centinaio dei miei libri, ma non posso calcolare quanti ebook sono stati scambiati da altri utenti. Forse questo è un limite delle reti Ed2k... o forse c'è un modo per aggirare questo problema e qualche bravo visitatore me lo spiegherà nei commenti ^^

Simone