Bisogna avere una storia.

Andiamo avanti con la seconda puntata della mia - se così si può chiamare - guida all'ideazione e stesura di un romanzo. Vi ricordo che queste non sono regole incise nella pietra ma semplici riflessioni personali unite ad alcuni consigli di carattere pratico. In realtà, in rete ci sono persone molto più qualificate di me a parlare di queste cose, ma visto che facendo una ricerca avete trovato me vi toccherà accontentarvi. Per eventuali dubbi o perplessità, non esitate a lasciare un commento.

Punto 2: bisogna avere una storia.

Ci sono degli autori (anche bravi) che scrivono semplicemente sedendosi alla scrivania, e tirando fuori quello che viene. Dopo tot pagine decidono che il tutto forma un romanzo, rivedono e correggono l'intero lavoro e lo mandano al proprio editore (se ce l'hanno, ovvio ^^) Capita spesso che libri scritti in questo modo vengano pubblicati, si vendano, piacciano e l'autore vada avanti una vita intera scrivendone un'infinita tutti allo stesso modo.

E vabbè, quelli sono altri autori (magari quelli bravi), mentre qui invece parliamo di me. Io non credo in questo modo di scrivere. A parer mio, un libro nasce da idee, immagini e pensieri che prendono molto lentamente corpo in una storia. Per tirare fuori una trama da uno spunto che sembra interessante ci vogliono anche anni, mentre se tutti scrivessero quello che viene non esisterebbero tutti quei romanzi che contengono un messaggio ben preciso. Pensate se Orwell avesse scritto a seconda di come gli girava quando si siedeva alla scrivania, e 1984 magari finiva bene perché quel giorno era contento. Oppure a tutti quei gialli o thriller dove alla fine si scopre qualcosa che avevamo avuto sotto il naso per tutto il tempo... immaginate Hitchcock che, durante l'ultimo giorno delle riprese, salta su e grida: che idea! Facciamo che la madre è lui vestito da donna! Necessariamente, quando questi autori hanno messo mano alla tastiera (o alla penna, se il testo è di qualche tempo fa), avranno avuto ben chiari in mente anche quei nodi della storia che, pur essendo rivelati solo alla fine, ne influenzano l'intero scorrimento.

Mi contraddico subito, dicendo che io non faccio mai degli schemi precisi, perché semplicemente non riesco a seguirli. Quando inizio un libro ho pronti i personaggi, di cosa parla la storia, alcune scene importanti e il finale, e mentre scrivo mi muovo a tappe, strisciando faticosamente tra due punti della storia già sviluppati. Quando ho iniziato il libro dei gatti sapevo già di cosa dovevo parlare (di gatti, appunto ^^), e avevo bene in mente tutta la parte iniziale, il finale e alcuni personaggi. Andando avanti ho cambiato varie cose, ma i punti fissi con cui ero partito sono rimasti sostanzialmente invariati.

Mi chiedo se anche chi dice di scrivere di getto non faccia allo stesso modo, magari senza rendersene conto. Ha una storia già delineata in mente, ma la scrive senza star lì a farsi troppe pippe mentali. Per saperne di più, vi consiglio di chiederlo a loro ^^

La prossima volta, qualcosa del tipo: 3) Il libro come oggetto di cultura. O quasi.

Simone

Il gatto che cadde dal Sole.

Questo il titolo (ancora provvisorio) del romanzo a cui sto lavorando, e qui accanto vedete una bozza della copertina (speriamo di riuscire a migliorarla almeno un po' prima della versione definitiva ^^) Ci sto lavorando ormai da più di un anno, ma in maniera molto saltuaria. L'ho interrotto infatti poco dopo averlo iniziato per seguire meglio l'editing di Mozart di Atlantide e gli ebook de La Sindrome di Reinegarth, poi da qualche mese ci ho rimesso le mani e piano piano lo sto portando avanti. Vi scrivo una breve introduzione, sperando di presentarlo meglio in futuro:

La vita di una colonia di gatti randagi viene animata dall'arrivo di un nuovo cucciolo, trovato in un cortile durante una tempesta. Crescendo, il gatto imparerà la vita e la filosofia dei gatti di strada, verrà a contatto con l'inquietante mondo degli esseri umani e si troverà a fare i conti col proprio passato.

Confesso che non mi sono impegnato molto per scrivere l'introduzione, ma spero almeno di aver reso l'idea ^^ Eccovi anche un po' di numeri, che a me piacciono tanto (ho pur sempre una laurea in Ingegneria ^^)

Il gatto che cadde dal Sole.

Numero di pagine scritte fino a oggi: Circa 105/110 cartelle

Numero di pagine indicativo del libro completo: 160/200 cartelle

Numero di gatti che hanno un ruolo significativo nella storia: 10 (per ora)

Gatti investiti da una macchina: 1 o 2

Gatti assaliti da un cane: 1

Gatti rapiti dagli esseri umani: 7

Gatti che amano gli esseri umani: zero

Gatti che tollerano gli esseri umani: 2

Gatti che amano gli altri animali: zero

Gatti della colonia con tendenze omosessuali: 1 (+1 che non si capisce bene)

Gatti con idee politiche poco liberali: 3

Gatti con idee anarco-clericali (o qualcosa del genere): 3

Gatti banditi dalla colonia per non si sa quale motivo: 1

Gatti cattivi che graffiano tutti: 2 + 1 che non graffia ma si lamenta sempre.

Nonostante le premesse (ammetto che alcuni numeri sono un po' forzati), la storia sta venendo fuori come una sorta di favola con qualche contenuto decisamente fuori dalle righe. Credo che potrebbe essere il mio lavoro migliore, almeno dal punto di vista dei personaggi e dei tempi narrativi (la storia non ha quasi mai pause). La trama tende a scivolare sul disneyano/cartone animato quando gli animali fanno cose un po' troppo inverosimili (che poi i gatti che ho sotto casa le facciano per davvero è un altro discorso ^^), ma ho cercato il più possibile di mantenere uno stile realistico, senza animali che guidano automobili, suonano il pianoforte o cose del genere.

In più, ho l'aiuto di due amici veterinari (il Dr. Guida e il Dr. Spagocci) che mi stanno aiutando a rendere la storia il più corretta possibile dal punto di vista del funzionamento dei gatti.

Non oso sperare che venga mai pubblicato, anche visti i miei trascorsi con gli editori ^^ Sono tuttavia convinto che verrà un bel libro, e il fatto di essermi allontanato dalla fantascienza classica (anche se poi i temi trattati sono gli stessi) gioca a favore di un'eventuale pubblicazione. Male che vada, come sempre, vi leggerete l'ebook.

Volevo lasciarvi un pezzetto del libro come prova, ma al momento non ho trovato una parte che funzioni bene anche da sola. Ci proverò di nuovo tra qualche giorno, mentre se nel frattempo avete qualche commento da fare sarò felicissimo di leggerlo.

- EDIT -

Un estratto del libro lo trovate qui!

Simone

Come scrivere un libro - per davvero.

Un amico che segue il blog mi ha chiesto di dire qualcosa su come si scrive un romanzo, partendo dall'ideazione fino alla stesura finale. Controllando gli accessi al sito, vedo inoltre che molti visitatori trovano queste pagine cercando frasi del tipo come scrivere un libro, come si scrive un romanzo ecc... immaginando la loro delusione nel ritrovarsi in un mare di post ricolmi di facezie (sto cercando di eliminare le parolacce dal blog ^^), vorrei alleviare i miei sensi di colpa provando a scrivere - una volta tanto - qualcosa di serio.

A questo scopo proverò a realizzare una breve scaletta, con la promessa di approfondire in seguito gli argomenti che, in base ai commenti, sembreranno destare maggiore interesse. Ripeto che proverò perché così come non è facile scrivere un romanzo, non è facile nemmeno spiegare a qualcuno come si fa e anzi se lo sapessi forse non starei qui a fare l'emergente a vita. Diciamo, allora, che cercherò nei limiti del possibile di raccontare il mio metodo di scrittura, chiarendo fin da subito che (visti i risultati) seguire i miei consigli vi porterà a realizzare un romanzo che nessun editore vorrà pubblicare ^^

1) Bisogna avere delle idee.

Uno che vuol fare lo scrittore, pretende che gli eventuali lettori impegnino parte del loro tempo per leggere i pensieri che ha messo su carta. In soldoni, noi scrittori abbiamo l'arrogante pretesa di voler raccontare qualcosa alla gente, privandole di una considerevole quantità del loro tempo. Hemingway (tanto per citare un libro che trovate sul blog) aveva la sua idea del rapporto tra l'uomo e la natura, e ne ha parlato in libri come Il vecchio e il mare. Prima ancora di avere una trama, prima ancora di essere un bravo narratore, Hemingway aveva qualcosa da dire come essere umano, e ha deciso di farlo mettendosi a scrivere.

Sembrerebbe una cosa ovvia, no? Chi scrive un romanzo senza avere idee in testa? Eppure, la maggior parte di racconti e poesie di emergenti che leggo in rete parlano sempre delle solite quattro cose. Problemi sentimentali, difficoltà lavorative, tematiche trite e ritrite... vi siete mollati con la donna? Siete depressi perché il lavoro va male? Ma andate a quel paese, voi e i vostri libri tristi e noiosi! È brutto da dire, ma se non avete un'idea di effettivo valore da trasmettere agli altri, tutti i corsi di scrittura della terra saranno inutili.

È questa l'unica cosa che non ci può insegnare nessuno: essere noi stessi e avere da raccontare qualcosa d'importante, che gli altri vorranno ascoltare. La cosa triste, è che è anche l'unica qualita´ di cui generalmente si può fare a meno. La gente è incasinata, è stanca, non gli va di stressarsi anche con libri, film o quello che sia. Meglio offrire qualcosa senza troppi contenuti, se si vuole vendere, e forse tutto sommato è giusto che sia così. Il difficile allora diventa scrivere cose importanti, riuscendo allo stesso tempo a non far rimpiangere ai lettori di non aver scelto un altro autore, magari meno noioso.

La prossima volta, il punto 2: Bisogna avere una storia.

Simone

NOTA: ho raggruppato i post relativi al corso di scrittura base e a quello avanzato (nel senso che mi avanzava dopo aver scritto quello base).

Per leggerli cliccate QUI.

Chiudiamo Internet!

Scusate se mi sfogo, ma alle volte girano le scatole anche a uno tanto tranquillo come me.

Esempio 1, forum dedicato alla scrittura.

Qualcuno chiede mi dite cosa pensate mio racconto? Io lo leggo (magari è anche lungo) trovo delle cose che secondo me non vanno, e lascio un commento avendo perso in totale una buona mezzora.

Dopo un po' risponde il tizio o un suo amico (che poi magari è lo stesso tizio che ha due account), che con tono sarcastico mi accusa di non aver capito il senso profondo di quello che scrive. Lo so che io faccio esattamente lo stesso ^^, ma glielo metterei nel naso il suo racconto di m... ma andiamo avanti.

Esempio 2, un blog di quelli che frequento spesso.

Ho la bella idea di intervenire con una considerazione personale nel bel mezzo di una discussione già in corso (ovviamente lo facio solo per attrarre visite al mio blog, come del resto fanno tutti). Scrivo una cosa semplice e che reputo adeguata al livello di chi mi circonda, tipo: mi piace il colore giallo.

Qualcuno (non necessariamente l'autore del blog), risponde rigirando la mia frase in maniera retorica: Cosa dici? Ci sono anche cose gialle che non piacciono! Tradotto: sei un coNIglione. Ma che c'entra con quello che ho detto io, perché come apri bocca qualcuno deve smentirti a tutti i costi?

Esempio 3, un forum dedicato alla scrittura.

Nella sezione IL MIO LIBRO metto un link ai miei ebook implorando la gente di scaricarli e di farmi contento (so già che non li leggeranno).

Subito arriva una risposta tipo basta con questo spam! Seguono i messaggi di tutti i frequentatori abituali che distruggono il mio libro dopo averne letto (nel migliore dei casi) l'incipit. Un minuto dopo, uno dei frequentatori abituali posta la pubblicità della sua azienda che vende lavatrici, e subito si formano 10 pagine piene di complimenti.

Esempio 4, un blog trovato in giro per la rete, gestito da qualcuno che non conosco.

In una discussione del tutto personale con risposte del tutto personali, faccio una battuta mettendo la faccina ^^ :-) :-\ o come accidenti fate voi per SPECIFICARE che è una battuta.

Il proprietario del blog risponde con un cordiale m-a-v-e-d-i-d-a-n-n-a-f-f-a-n-c-u-l-o-!

Non parlo di casi specifici, ma di cose che succedono in continuazione, almeno a me. Se qualcuno si riconosce nella controparte, be' avete la coda di paglia, perché ognuna di queste cose mi è capitata almeno tre o quattro volte al mese da quando 10 anni fa navigavo (affogavo sarebbe più corretto) col 28.8 Kbps che scarivava a 0,2 Kb/s.

Le conclusioni possibili sono 2:

1) Io sono un rompicoglioni, e alla gente iniziano a prudergli i polpastrelli già nel riconoscere il mio nickname su un sito. Questo è drammaticamente probabile, e spiegherebbe anche perché nessun editore è così scemo da pubblicarmi. Eppure, la gente potrebbe comprare i miei libri solo per il gusto di distruggerli, ci avete mai pensato?

2) Internet non è un mezzo di comunicazione valido. La grande rete della comunicazione serve solo a farci beare di quanto noi stessi scriviamo, e appena qualcuno prova a metterci bocca scatta la rissa.

Propendo per la seconda ipotesi. Internet serve solo a scaricare porno a giocare a World od Warcraft e a mandare a quel paese la gente senza paura di essere picchiati. Non serve a nient'altro, è inutile. A questo punto tanto vale che lo chiudiamo per tornare alle riviste infilate sotto al giubbotto e ai VHS inguattati in fondo allo zaino dell'Invicta. Le canzoni le registreremo dalla radio, col mangianastri, e per mandare a cagare qualcuno useremo il telefono. Ok, allora è deciso: domani chiamo il capo di Internet e gli dico di staccare tutto.

Simone

Link correlati:

Il capo di internet. È il terzo da destra nella quinta fila.

Il vecchio e il mare.

Forse il più famoso tra i testi di Ernest Hemingway, l'uscita di questo romanzo breve è stata talmente anticipata dai lettori e dalla stampa dell'epoca che il libro ha venduto milioni di copie (almeno a leggere dall'introduzione) in brevissimo tempo. Ovviamente il sig. Hemingway era già famoso da prima, perché se fosse stato un autore emergente... il resto del discorso già lo sapete, andiamo avanti ^^

IL VECCHIO E IL MARE - Mondadori
Ernest Hemingway

La trama: Un vecchio pescatore non prende un pesce da ben ottantaquattro giorni. Il suo unico amico è un ragazzo del villaggio al quale i genitori vietano però di andare a pesca con Santiago (questo il nome del vecchio pescatore) perché a detta loro porta sfiga. Con queste premesse felici si apre l'opera di Hemingway, e prosegue col vecchio che parte per pescare sperando che questa sia la volta buona.

Recensione:Chiariamo che pescare non è il lieto hobby a cui molti saranno abituati, ma un'attività estenuante in cui l'anziano Santiago passa giorni in barca da solo mangiando (crudo) quel poco che tira su con l'artrite e la schiena che gli fa male e il sole che brucia o il freddo che gela. Mentre il protagonista uccide senza pietà orde di squali, delfini, pesci volanti, meduse, pesci-spada e tutto ciò che ha la sfortuna di accostarsi alla sua imbarcazione, l'autore ci descrive in maniera inarrivabile (non per niente si chiama Ernest Hemingway) tutta la sofferenza della vita, la lotta per la sopravvivere e l'estenuante scontro tra l'uomo, le forze della natura e il destino che si accanisce inesorabilmente contro di lui.

Perché non me lo pubblicherebbero: Gli editori vogliono libri d'evasione, allegri, che si leggono in fretta e stancano poco, così la gente se ne compra degli altri. Leggendo Il vecchio e il mare si ha sempre la sensazione che le cose andranno a peggiorare (il che regolarmente accade), e non c'è mai un momento di pausa dalla sofferenza. In poche parole, leggere questo breve romanzo è una tortura raccapricciante dalla prima all'ultima pagina, e ne verrete fuori col magone. Se proprio dovete soffrire così per leggere un libro, tanto vale che leggiate uno dei miei, che per lo meno si scaricano aggratis ^^

Ma non è questo il problema. Il dramma vero, che rende improponibile il romanzo a qualunque editore, è che è infarcito di termini marinareschi non di uso comune. A pagina tre troviamo ad esempio un arditissimo lenze addugliate che condanna al macero l'intera opera: l'editore si vedrà costretto a ricorrere al vocabolario (e mo' che vordì "lenze"?), ma non avendo il dono di tenere a mente due libri allo stesso momento getterà il vostro nella pattumiera e andrà avanti con la lettura del vocabolario stesso, che giudicherà ben scritto ma rivedibile in quanto a trama e personaggi.

Cosa abbiamo imparato: Agli editori non piacciono i libri che usano parole difficili.

Simone

Il ritorno di Mozart di Atlantide

Potrebbe essere il titolo perfetto per un seguito, ma in questo caso serve solo a indicare che ho messo di nuovo online l'ebook con il romanzo completo.

La versione che potete scaricare adesso è un po' differente da quella disponibile in precedenza: ho tagliuzzato molto i primi capitoli, ho curato un po' il linguaggio e ho tolto un po' di descrizioni troppo tecniche che molti trovavano noiose. In linea di massima il contenuto rimane identico, ma spero che il testo sia diventato più scorrevole. Ho anche realizzato una nuova copertina, così da contraddistinguere maggiormente le due versioni (la prima ormai la troverete solo su emule).

Anche avendolo accorciato un po', il romanzo resta sempre un bel malloppone (190 pagine A4!) per cui vi consiglio di stamparlo così da poterlo leggere dove preferite senza distruggervi la vista davanti allo schermo del PC. È vero che stampare tanti fogli può esser antipatico, oltre che costoso, ma poi potrete sempre prestarlo a un amico, farlo leggere a vostro zio che fa l'editore oppure riciclare la carta per altri usi (questo dipende da quanto apprezzerete il romanzo ^^).

Mi sembra superfluo dire che sarò felice di leggere le vostre opinioni sia in privato (la mia mail è sempre simone punto navarra chiocciola virgilio punto it) sia qui sul blog.

Link correlati:

La presentazione di Mozart di Atlantide sul mio sito.

Mozart di Atlantide.pdf (2.0 Mb)

Nove storie di fantascienza per Amref.

Ricevo notizia di una bellissima iniziativa da parte della redazione di webtrekitalia.it, e la divulgo più che volentieri. Si tratta di una raccolta di racconti di genere fantascientifico, autoprodotta e distribuita attraverso Lulu, i cui proventi saranno destinati ai progetti di Amref Italia.

Inutile aggiungere che invito tutti a partecipare acquistando il libro e dandone notizia su blog e spazi web.

WAKATI UJAO - Futuro africano

Nove storie di fantascienza, magnificamente illustrate e raccolte in un unico volume a cura della redazione del portale www.webtrekitalia.iT.

Nove eccellenti autori, Donato Altomare, Claudio Chillemi, Simone Conti, Enrico Di Stefano, Matteo Gambaro, Stefano Massera, Maico Morellini, Annarita Petrino, Paola Preziati Scaglione.

Nove visioni affascinanti (e una toccante poesia di Angelica Tintori) per immaginare un futuro africano che vi sorprenderà.

Wakati ujao, un’antologia originale i cui proventi sono destinati ai progetti di Amref Italia.

Link correlati:

Wakati Ujao su Lulu.com

Il sito di Webtrek Italia

Il personaggio famoso emergente.

Sembrerà strano, ma è così. In questi pochi mesi di blog ho presentato persone che vogliono emergere come scrittori, fotografi, musicisti e chi più ne ha più ne metta. Uno che invece vuole diventare un VIP, nel senso di essere famoso e basta, al di là di un vero e proprio ruolo che lo qualifichi in tal senso, non m'era mai capitato.

Ecco allora che è con gioia (vabbè ^^) che vi presento Antonio Gaddari, un ragazzo di 21 anni che racconta la sua vita attraverso un sito Internet, nella speranza di diventare - prima o poi - un personaggio conosciuto. Nelle sue pagine trovate addirittura un vippometro, che indica la percentuale di celebrità da lui raggiunta fino a questo momento (come venga stabilita questa percentuale non è dato saperlo, comunque ci fidiamo).

A questo punto, potreste aspettarvi il classico blog di qualcuno che crede di avere chissà cosa d'interessante da raccontare (chissà perché mi fischiano le orecchie ^^), nevvero? Be', leggete prima alcune righe della presentazione che trovate sul sito di Antonio:

Dio volle che l'incidente mi capitasse all'età di cinque anni per offrirmi la possibilità di vivere la mia vita con la capacità, ormai non comune, di apprezzare tutto ciò che ci arriva senza mai dare nulla per scontato.

Vi state chiedendo di che incidente parla, vero? In effetti, Antonio ha qualcosa in più da raccontare, oltre a questa sua fissa di essere un VIP. Preferisco però non dirvi nient'altro, invitandovi a scoprire qualcosa di più all'interno delle sue stesse pagine.

Simone

Link correlati:

WannabeaVIP (il sito di Antonio Gaddari... ovviamente ^^)

Il vippometro

Il muro di gomma per gli emergenti.

Leggendo i commenti che ricevo sul blog (nonché tanti altri discorsi che trovo in giro per la rete) mi accorgo che sono un po' tutti daccordo nel pensare che un autore già affermato riesca a vendere qualunque cosa, cosa invece impossibile per un emergente.

Forse le cose non stanno proprio così: è vero che l'emergente non vende, ma non viene nemmeno posto in condizione di farlo. C'è una sorta di muro di gomma tra i nuovi autori e il sistema che fa girare e rende popolari le idee. Sto parlando di giornali, riviste, Internet, televisione... un nuovo autore non viene letteralmente cagato da nessuno, e si ritrova spesso solo di fronte a un pubblico che non sa nemmeno della sua esistenza.

Faccio una serie di esempi, tanto per essere meno noioso:

1) Pubblicazione di un romanzo tramite ebook

Nel caso di un autore conosciuto, partono banner su Virgilio, cartelloni per strada e articoli sui giornali. In prima serata, intervistano l'autore famoso parlando di quanto è bravo ad aver utilizzato le nuove tecnologie (notate che l'ebook è a pagamento).

Cercando di pubblicizzare i miei ebook, ho ricevuto lettere del tipo "non siamo in contatto con il nostro webmaster (???), per cui non possiamo metterle un link sulle news del sito (che parlano di cose tipo le nomination del Grande Fratello)". Oppure ci sono siti che strillano "a tutti gli scrittori esordienti: mandateci il vostro libro, lo pubblicizzeremo!" Io gli mando l'ebook, e loro nemmeno rispondono.

2) Apertura di una mostra.

Lo scrittore conosciuto che s'è messo in testa di fare il pittore (generalmente con risultati orridi) si verrà pubblicizzato su canali televisivi, e all'inaugurazione sarà pieno di gente tra cui una bella fetta di belle gnocche che scambiano il quadro elettrico per un quadro e basta.

L'emergente si troverà da solo in compagnia della gente che ha pagato per venire. Si presenteranno un paio di ragazze bruttine (cioè, vanno in giro per mostre, che vi aspettate?), lui disperato ci proverà lo stesso ma queste gli daranno buca.

3) Pubblicazione di un libro "strano".

Se anche l'autore conosciuto scrive un libro noioso che non si capisce niente verrà lodato dalla critica e osannato dai giornalisti. Le chiameranno idee innovative e nuova forma di espressione, e la gente lo comprerà e leggerà (annoiandosi) solo per darsi arie da intellettuale.

Il libro dell'emergente non sarà (ovviamente) pubblicato. Se anche fosse, nessuno ne parlerà. Se anche fosse, diranno del libro che è noioso e che non si capisce niente. I lettori fanatici lo leggeranno comunque, solo per concludere che il libro noioso di (inserite un autore famoso a scelta) era molto meglio.

4) Apertura di un blog.

In generale gli autori famosi non hanno blog, non hanno mail e per contattarli dovete passare per segreterie barricatissime. Perché perdere tempo a parlare con la gente? Sono scrittori, loro! Gli autori un po' meno famosi, invece, ricevono migliaia di link da perfetti sconosciuti che vanno ad aumentare page rank e accessi di siti che spesso sono solo vetrine per vendere i libri. Perché molti emergenti pubblicizzano siti e blog di gente che non li fila nemmeno? Bo?!

Se invece scrivete dei caratteri a caso nella barra degli indirizzi, si aprirà un sito porno, oppure il sito di uno scrittore emergente (per dirvi quati siamo). Per guadagnare un po' di visibilità, bisogna barattare link con altri autori, scrivere scegliendo le parole giuste che piacciono a google e tante cose che, se siete emergenti anche voi, immagino saprete già. Anche se, spero, un lettore guadagnato si interessa più facilmente a quello che scriviamo.

Simone

Link correlati:

http://www.lfkjshdvlidfuvefodivh.com (non è un sito porno ^^)

La confraternita Maa - Nefru.

Quella che vi presento oggi non è una specie di setta religiosa (spero), ma una sorta di associazione collettiva di scrittori emergenti. Chiunque può partecipare, pubblicando i propri testi all'interno di un blog con licenza copyleft.

Ecco, dalle parole degli autori, una presentazione di questa iniziativa:

Manifesto

~Maa-Nefru~ è semplicemente un luogo inutile, libero, copyleft.
In egiziano antico Maa indica il verbo “vedere”, Nefru invece indica la “bellezza”.
Qui si narrano storie, si raccontano sogni, si materializzano illusioni oppure niente di tutto questo.
Questa è una confraternita di scrittori illusi, gente che non vuole scrivere ma lo fa suo malgrado.

Chiunque voglia scrivere insieme a loro si faccia avanti.

Vige la regola della “scrittura-assenso”: scrivere qui vuol dire accettare il Manifesto del CMN e la diffusione dei contenuti del blog ad esso collegato tramite licenza copyleft.


Per visitarli, basta ovviamente seguire il link qui sotto.

Simone

Link correlati:

La confraternita Maa - Nefru

Il copyleft su Wikipedia

Il mastino dei Baskerville.

Il romanzo che non mi pubblicherebbero questa settimana, è uno dei romanzi gialli di maggior successo della serie che ha come protagonista Sherlock Holmes (e l'immancabile dottor Watson), scritta ovviamente da Arthur Conan Doyle. Ma vediamo in dettaglio questo libro, per scoprire i motivi che, se lo scrivessi io, porterebbero alla sua non pubblicazione.

IL MASTINO DEI BASKERVILLE
Arthur Conan Doyle - Oscar Mondadori

La trama: Sherlock holmes e Watson si trovano a indagare su un essere mostruoso (il mastino, appunto) responsabile di una serie di delitti ai danni di una famiglia (i Baskerville, appunto) che abita in qualche posto sperduto in mezzo alla campagna. Io col cacchio che ci andavo... e infatti non ci va manco Sherlock Holmes, mollando il fidato Watson a vedersela brutta tutto da solo.

Recensione: Uscito nel 1902 o giù di lì, questo libro è l'esempio di come una bella storia mantenga il suo fascino anche col passare del tempo. L'idea del romanzo giallo in cui un investigatore geniale indaga su delitti collegati a riti oscuri e forze occulte è tuttora valida e presente in molti film e romanzi moderni, solo che Conan Doyle ci aveva pensato un cent'anni prima degli altri. Un po' come molte produzioni attuali, poi, all'epoca in cui è uscito il romanzo fu accolto molto positivamente perché segnava il ritorno di Sherlock Holmes dopo che l'autore aveva avuto la bella idea di farlo secco nella sua avventura precedente. Della serie, mi ero stufato di scrivere certe cose, ma visto che ho finito i soldi... ^^

Perché non me lo pubblicherebbero: Il romanzo rappresenta tutto quello che interessa realmente a un editore, nel senso che la gente vuole comprarlo ancora prima che venga stampato o addirittura scritto. Il problema, è che in un libro lungo appena 190 pagine, il protagonista sparisce a pagina 56 per farsi rivedere solo a pagina 139. In tutto il resto della storia abbiamo Watson da solo che vaga per le campagne a fare non si sa cosa, e che ovviamente finché non torna Holmes non cava un ragno dal buco.

Immaginatevi allora l'editore con gli occhietti piccoli e la bava alla bocca, pronto a vendere milioni di copie con un libro che la gente aspetta da anni, quando un collaboratore gli dice (perché lui ha letto solo le prime tre pagine, ovviamente) che, in più di metà libro, il protagonista della storia non è quello che attrae milioni di lettori, ma il personaggio comprimario di cui non frega niente a nessuno. Eccolo allora buttare giù il vostro bel libro nel tritarifiuti, e voi dalla finestra.

Cosa abbiamo imparato: Se scrivete un romanzo su Sherlock Holmes, assicuratevi che il protagonista sia effettivamente Sherlock Holmes.

Simone

Il libro dei gatti.

Lo prometto da quando ho aperto il blog, e finalmente mi decido a dire due parole sul romanzo che sto scrivendo. Non so ancora se e quando lo porterò a termine, ma il lavoro è già abbastanza avanzato e continuando di questo passo ce la dovrei fare ^^

La storia è ambientata a Roma, e i protagonisti sono i gatti randagi che vivono nel mio quartiere. Per la precisione, quelli che vivono sotto casa mia. A differenza degli Aristogatti (già lo sento qualcuno che mi dice che è una copia ^^) i miei gatti non parlano con le persone, non suonano il pianoforte e non fanno amicizia con gli altri animali. Fanno le cose che fanno i gatti randagi (più o meno), e se trovano una gabbianella se la mangiano, altro che insegnarle a volare. ^^

Uno di loro lo vedete nell'immagine. Si chiamava Popò (purtroppo è morto di recente), e stava fisso davanti al garage che ho sotto casa. Visto che scavalcare il cancello era troppo faticoso (anche se ci riusciva benissimo) aspettava che qualcuno gli aprisse passando con la macchina. Mi ha visto entrare e uscire di casa due volte al giorno per anni, ma ogni volta che mi vedeva mi fissava con gli occhi sbarrati, pronto a schizzare via. E guardate un po' che macchina si sceglieva per dormire... aveva gusto il micio, eh? ^^

Più avanti darò qualche altra informazione, e magari metterò online un capitolo di prova. Così me lo smontate, e non finisco più di scriverlo ^^

Simone

Lo scrittore che se la tira.

Una cosa che proprio non sopporto, è leggere il post di qualcuno che sul proprio blog si vanta di aver avuto un sacco di visitatori. Ah, è pieno di gente che mi clicca, come sono bravo! Mamma mia, come mi fanno girare le scatole!

Ma visto che io sono io, con l'avviso di non fare mai questa cosa perché è veramente da sfigati, mi gioco il post del fine settimana annunciando al mondo intero che Lo Scrittore Emergente (sì, il meraviglioso blog che state leggendo) ha passato quota 3000.

Tremila che, visto che il contatore gratuito di Bravenet come lo guardi aumenta per conto suo? Non lo so, forse tremila volte che mi sono cliccato aggiorna da solo, ma tant'è è sempre un traguardo importante che mi avvicina di più all'olimpo degli scrittori immortali, come Hemingway e quella di Harry Potter che fa un sacco di soldi.

Però, sinceramente, una delle cose peggiori che possiate fare come autori emergenti, è vantarvi sul vostro stesso sito. Declamare i visitatori giornalieri, rendere pubblici i commenti positivi che vi arrivano in privato e cose del genere vi renderanno odiosi ai vostri lettori, che a tal punto preferiranno leggersi il blog (e i libri) di qualcun altro.

Nel leggere le vostre pagine, la gente deve decidere che (eventualmente) siete interessanti e magari mettere mano al portafoglio e comprarsi il vostro libro. Se dovete dirglielo voi, che siete bravi, state messi male. Poi io sto qui a tirarmela per 3000 qualcosa che non si sa racimolati a partire da OTTOBRE DUEMILASEI, quando i siti seri tremila click li rimediano in mezza giornata.

I primi due mesi non veniva nessuno, però. E poi ho iniziato a metà mese. E poi i siti per scrittori non sono tanto frequentati. E poi... oh, guardate, mentre scrivevo il post già sono arrivato a 3010. Che grande che sono!

Simone

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Il mio blog, ovviamente.

E l'altro mio sito, ovviamente.

La rivista dei marziani!

Il blog era nato con l'unica idea di auto-elogiare me stesso, e invece è un po' che parlo solo di cose scritte da altri ^^ E vabbè, ho trovato un'altra cosa interessante e mi pare il caso di girarla anche a chi legge queste pagine.

Voci Marziane, usando le parole del curatore, è una rivista aperiodica di discussione, libera, indipendente e creativa che tratta principalmente di scienza e fantascienza, (ma anche di tutto il resto) all'interno articoli, racconti...

Nel primo numero, trovate:
-Le Frontiere delle biotecnologie.
-Il pianeta rosso
-Autori di fantascienza: semplici cantastorie o profeti del futuro?
-Vita e opere: Isaac Asimov
-Incipit d'autore
-Racconti oltre il confine: Vita su Marte.

La rivista in formato pdf si può scaricare gratuitamente, e la trovate insieme ad altri ebook e materiale interessante sul sito della Narrativa Nuova Editore.

Link correlati:

Voci Marziane

Narrativa Nuova Editore